Garante scioperi: “Rischi conflitto, serve confronto”

Un momento dello sciopero di 24 ore indetto da Fim, Fiom e Uilm nello stabilimento siderurgico di Taranto e negli altri siti del Gruppo ArcelorMittal, Taranto,
Un momento dello sciopero di 24 ore indetto da Fim, Fiom e Uilm nello stabilimento siderurgico di Taranto e negli altri siti del Gruppo ArcelorMittal, Taranto,nel novembre 2019. ANSA/ RENATO INGENITO

ROMA. – L’emergenza Covid avrà delle conseguenze molto serie in termini di recessione economica ed è verosimile immaginare “una possibile recrudescenza del conflitto collettivo”. A lanciare l’allarme è l’Autorità di garanzia sugli scioperi che, di fronte alle difficoltà oggettive incontrate dai lavoratori, invita a gestire la situazione senza sopprimere le eventuali agitazioni sociali che verranno a crearsi.

Il conflitto, spiega nella relazione annuale il presidente Giuseppe Santoro-Passarelli, “non dovrà essere impedito, perché il conflitto e lo sciopero rimangono componenti fondamentali del confronto democratico di una società evoluta, ma dovrà essere governato, affinché si svolga nell’ambito di regole legali e contrattuali adeguate ai mutamenti sociali ed economici”.

Mentre sui rinnovi contrattuali le posizioni delle parti restano contrapposte e la p.a. ha già proclamato uno sciopero il 9 dicembre giudicando insufficienti gli stanziamenti in manovra, il Garante invita invece al confronto e alla concertazione tra tutti gli attori in causa, in una fase estremamente delicata in cui i lavoratori non possono essere “lasciati soli a sopportare le conseguenze economiche della grave crisi”.

Il problema è che di fronte alla pandemia si è venuta a creare “una contrapposizione per certi versi inedita che ha visto, da un lato, la ineludibile esigenza di salute e sicurezza dei lavoratori; dall’altra, quella del cittadino, di poter contare sulla continuità di servizi essenziali, quali la sanità, l’approvvigionamento di risorse di prima necessità o la raccolta dei rifiuti.

Di fronte a tale emergenza l’Autorità “ha ribadito, naturalmente, a tutte le aziende e amministrazioni erogatrici di servizi pubblici l’obbligo del rispetto scrupoloso delle norme di sicurezza e delle direttive emanate dal Governo”. Ma mantenere una visione equilibrata in questa fase non è un’impresa semplice.

La Commissione, spiega ancora Santoro-Passarelli si è trovata, in alcuni casi, “nella oggettiva difficoltà di dover valutare proclamazioni di scioperi motivati dal sindacato dalla violazione delle norme di salvaguardia della salubrità e sicurezza sul lavoro, a fronte delle quali vi è stata la contestuale dichiarazione da parte dell’azienda di aver osservato la normativa al riguardo”.

Per questo le divergenze andrebbero gestite con il dialogo e il confronto cercando una soluzione tre le parti. Nella Relazione il Garante elenca quindi i numeri del 2019: le proclamazioni di astensioni nei servizi pubblici essenziali sono state 2.345, in lieve incremento rispetto alle 2.101 del 2018. Sul piano concreto, a seguito di revoche spontanee delle organizzazioni proclamanti e degli interventi della Commissione, le astensioni effettuate sono scese a circa la metà: 1.462, rispetto ai 1.384 dell’anno precedente.

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