Prova di forza di Trump, ma la Georgia conferma Biden

Il presidente eletto degli Stati Uniti Joe Biden e la moglie Jill. con mascherine a Wilmington.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e la moglie Jill. con mascherine a Wilmington. Archivio ( ANGELA WEISS / AFP)

WASHINGTON. – Per alcuni è una prova di forza, per altri la mossa della disperazione. Donald Trump alza l’asticella nell’estremo tentativo di sovvertire l’esito delle elezioni presidenziali, convocando alla Casa Bianca i membri del parlamento del Michigan e sperando di convincerli a ribaltare il risultato nel loro Stato, creando un precedente per altri come la Pennsylvania o l’Arizona.

Un comportamento senza precedenti nella storia americana, che Joe Biden definisce “totalmente irresponsabile”. Ma per molti osservatori potrebbe trattarsi davvero dell’ultima disperata carta in mano al presidente uscente, dopo il fallimento dell’offensiva legale negli Stati in cui la vittoria di Biden viene ancora contestata.

“Ho vinto io”, continua a twittare ossessivamente Trump insistendo sulla teoria delle elezioni truccate. Ma l’ultimo schiaffo gli arriva dalla Georgia: l’interminabile riconteggio delle schede, effettuato a mano, ha confermato la vittoria di Biden anche nella roccaforte repubblicana che nessun democratico era più riuscito ad espugnare dai tempi di Bill Clinton.

Una vittoria sul filo di lana, con una differenza di soli 12.284 voti, ma sufficiente per portare l’ex vicepresidente democratico a quota 306 grandi elettori sui 270 necessari per conquistare la Casa Bianca. Difficile prevedere sorprese quando il prossimo 14 dicembre si riunirà il Collegio Elettorale per eleggere formalmente il nuovo presidente.

‘Game over’, dunque, per i democratici. Ma Trump sembra ancora non farsene una ragione, irretito dalle sirene di chi gli fa credere come la partita sia ancora tutt’altro che chiusa. E agita la teoria secondo cui negli Stati dove nelle assemblee parlamentari c’è una maggioranza amica, vedi il Michigan, sarebbe possibile cambiare l’esito del voto popolare, facendo leva sul risultato incerto e inviando così i propri grandi elettori al Collegio Elettorale.

Una tesi di dubbia legalità però, che difficilmente riuscirà a fare breccia sui vertici repubblicani degli Stati in questione. Mentre nel partito aumentano ora dopo ora gli imbarazzi e gli umori di chi vorrebbe farla finita con questa situazione di stallo e di incertezza, con l’America alle prese con una delle più grandi crisi sanitarie ed economiche della sua storia.

“Trump si sta dimostrando un vero antidemocratico”, l’accusa del senatore repubblicano Mitt Romney. Intanto gli inquirenti newyorchesi che indagano sulla Trump Organization hanno esteso le indagini a deduzioni fiscali per milioni di dollari legate ad alcune consulenze. Una parte di questi soldi, riporta il New York Times, sarebbe finita nelle tasche di Ivanka Trump.

Tali deduzioni fiscali sono finite nel mirino sia delle indagini penali condotte dal procuratore distrettuale di Manhattan Cyrus Vance sia di quelle civili portate avanti dalla procuratrice generale dello Stato di New York Letitia James.

Intanto, in attesa del vero passaggio di poteri, il presidente eletto Biden va avanti per la sua strada e nella costruzione della futura amministrazione. Nelle ultime ore lo staff della Casa Bianca che verrà si è arricchito di altre figure, la gran parte dell’ex amministrazione Obama.

Mentre l’annuncio delle nomine più importanti è atteso la prossima settimana, a partire da quello del segretario al Tesoro che – ha svelato lo stesso Biden – è stato già deciso: “Scoprirete che è qualcuno accettato da tutte le anime del partito democratico, dall’ala progressista a quella moderata”, ha spiegato. In pole position nei giorni scorsi due nomi: quello della governatrice della Fed Lael Brainard e quello della ex presidente, Janet Yellen.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)