Cambia la Messa, da domenica prossima nuovo Padre Nostro

Papa Francesco durante la Messa nella Basilica di San Pietro.
Papa Francesco durante la Messa nella Basilica di San Pietro.. EPA/VINCENZO PINTO / POOL

ROMA. – Ultima domenica, quella di ieri, in cui a Messa si è recitato il Padre Nostro come lo conosciamo da sempre. Da domenica 29 novembre, con l’inizio dell’Avvento, entra in vigore nella maggior parte delle diocesi italiane il nuovo Messale. Per le altre ci sarà comunque tempo per entrare a regime con le nuove formule entro Pasqua 2021.

Intanto, in vista del Natale, potrebbe esserci un nuovo protocollo per la Messa più sentita (e affollata) dell’anno. Cts e Cei potrebbero stilare delle indicazioni, dall’orario alle presenze, dai cori alle processioni. Tra i nodi da sciogliere, per esempio, quello dell’orario con un possibile allungamento di un’ora o due, per la sera del 24 dicembre, del ‘coprifuoco’ (oggi alle 22), per garantire la partecipazione alla Messa di ‘mezzanotte’.

Dovrebbe essere rigido il controllo degli ingressi, rispettando il numero massimo di quanti possono stare in una chiesa garantendo a tutti il distanziamento sociale. Così come indicazioni potrebbero arrivare per le persone che possono stare sull’altare e per i coristi.

Dalla prossima domenica, via dunque, dalla preghiera più famosa del mondo, il Padre Nostro, il versetto “non indurci in tentazione” che diventa “non abbandonarci alla tentazione”. Una modifica che riguarda sostanzialmente la traduzione dal testo originale in greco antico. Fortemente sollecitata da Papa Francesco, la nuova versione è già stata adottata anche da altre conferenze episcopali nelle loro rispettive lingue.

Ma non sarà l’unico cambiamento. Il rito diventa un po’ più ‘rosa’ con l’affiancamento in diversi passaggi del termine “sorelle” a quello di “fratelli”. E’ stato rivisto in questo senso l’atto penitenziale. I cattolici a Messa diranno dunque: “Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli e sorelle…”. Poi: “E supplico la beata sempre Vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli e sorelle…”.

Inoltre il nuovo Messale privilegerà le invocazioni in greco antico “Kirie, eleison” e “Christe, eleison” rispetto all’italiano “Signore, pietà ” e “Cristo, pietà”. Al momento del Gloria si dirà “pace in terra agli uomini, amati dal Signore” e non più “agli uomini di buona volontà”. Anche in questo caso si è cercata una traduzione più fedele all’originale greco del Vangelo.

Il nuovo Messale troverà la maggior parte dei fedeli impreparati. A causa della pandemia gli incontri in parrocchia sono infatti al contagocce e una informazione puntuale è potuta arrivare solo ai sacerdoti che devono celebrare. La Conferenza Episcopale Italiana si augura che queste novità possano arginare la tendenza di qualche prete al fai-da-te.

Il sacerdote non deve “togliere o aggiungere alcunché di propria iniziativa”, ammonisce la Cei nell’introduzione al Nuovo Messale. E avverte: la “superficiale propensione a costruirsi una liturgia a propria misura” non solo “pregiudica la verità della celebrazione ma arreca anche una ferita alla comunione ecclesiale”.

Un caso su tutti? Quello del battesimo. Qualcuno invece che “io ti battezzo” diceva “noi ti battezziamo”. Un abuso liturgico che – come ha avvertito lo scorso agosto lo stesso Papa Francesco – costa la validità del sacramento stesso.

(di Manuela Tulli/ANSA)