Accoltella moglie e suocera, entrambe in fin di vita

Carabinieri

MILANO. – Erano da poco passate le sei del mattino quando al centralino del 118 di Milano è arrivata la chiamata di un uomo: “mi sono svegliato e ho accoltellato mia moglie e mia suocera”, il succo di quanto ha detto. Lo spettacolo che si sono trovati davanti i soccorritori e i carabinieri arrivati sul posto, un appartamento al primo piano di una tipica casa di ringhiera in via Lambruschini, nella periferia Nord della città, era a dir poco agghiacciante.

Nelle camere da letto c’erano la suocera, di 92 anni, con oltre 20 ferite, e la moglie, di 62, con tagli profondi all’addome e al torace. E anche lui – operaio in pensione di 66 anni – si era ferito all’addome, seppure in modo non grave, forse in un tentativo di suicidio.

Non ha spiegato Giuseppe Bianco in quel momento ai carabinieri della compagnia Magenta, incaricati delle indagini, cosa sia scattato nella sua mente e perché abbia cercato di uccidere tutta la famiglia,. Non ha detto se era la preoccupazione per la salute della moglie, la fatica di accudire la suocera non autosufficiente oppure qualcos’altro che ha fatto scattare una molla.

Si è preoccupato però di dire ai militari di essersela presa anche con il gatto di casa, riuscendo a ferirlo. Segno inequivocabile di una furia cieca che non ha risparmiato nessuno.

L’ambulanza ha portato la suocera in gravissime condizioni all’ospedale San Carlo e poi, in serata quando si è ulteriormente aggravata, l’ha trasferita al Niguarda. Lo stesso ospedale in cui è stata immediatamente portata la moglie. E’ stata operata e poi, una volta stabilizzata, ricoverata nel reparto di terapia intensiva in prognosi riservata. I carabinieri sono riusciti anche a prendere il gatto bianco e nero che girava per casa e lo hanno affidato al servizio sanitario veterinario, tutto sommato in buone condizioni.

Anche l’uomo è stato portato al Niguarda per le ferite all’addome e piantonato mentre si valutava la possibilità di un ricovero in psichiatria all’ospedale Sacco. E’ stato interrogato a lungo dal pm Cecilia Vassena e arrestato con l’accusa di tentato omicidio, “Nessuno ha sentito nulla. Nessuno, solo quando sono arrivati la croce rossa e i carabinieri abbiamo capito che era successo qualcosa”, ha spiegato una vicina che da anni vive nella stessa casa. I

n quella casa i Bianco abitavano da molto tempo: la suocera non più autosufficiente, lui ormai in pensione e la moglie, impiegata, che, ha raccontato la vicina, dopo una operazione importante lavorava da casa, in smart working. Nessun figlio, nessun dissapore gridato che gli altri abitanti del palazzo abbiano sentito, fino alle sirene di questa mattina.

(di Bianca Maria Manfredi/ANSA)