Covid: oltre 66mila i contagi sul lavoro nel mese di ottobre

Dipendenti indossano mascherine e guanti protettivi a prevenzione della diffusione del Covid-19, durante il turno di lavoro, presso lo stabilimento industriale di packaging farmaceutico Eurpack di Aprilia
Dipendenti indossano mascherine e guanti protettivi a prevenzione della diffusione del Covid-19, durante il turno di lavoro, presso lo stabilimento industriale di packaging farmaceutico Eurpack di Aprilia, Roma. 21 aprile 2020 ANSA/MASSIMO PERCOSSI

ROMA. – Hanno superato quota 66mila i contagi sul lavoro nel mese di ottobre, facendo registrare un aumento di 12mila casi. Lo certifica l’Inail in un rapporto che “conferma la recrudescenza delle infezioni di origine professionale, già rilevata in settembre, dopo il rallentamento post lockdown”.

A fine ottobre i contagi sul lavoro sono stati 66.781, pari al 15,8% del complesso delle denunce pervenute dall’inizio dell’anno e al 9,8% dei contagiati nazionali comunicati dall’Istituto superiore di sanità (Iss). I decessi denunciati – viene calcolato – sono 332,13 in più rispetto al monitoraggio precedente (quattro avvenuti a ottobre) e pari a circa un terzo del totale degli infortuni mortali denunciati all’Istituto dall’inizio dell’anno con un’incidenza dello 0,9% rispetto ai casi mortali da Covid-19 comunicati dall’Iss.

Ad essere più colpito è il settore della sanità e assistenza sociale – che comprende ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili – con il 69,8% delle denunce e il 21,6% dei casi mortali codificati. E anche se si scende nel dettaglio delle professioni, si conferma che la categoria più a rischio è quella dei tecnici della salute, con il 39,3% delle infezioni denunciate, circa l’83% delle quali relative a infermieri, e il 10,0% dei casi mortali, seguita dagli operatori socio-sanitari (20,0%), dai medici (10,1%), dagli operatori socio-assistenziali (8,4%) e dal personale non qualificato nei servizi sanitari, come ausiliari, portantini e barellieri (4,6%).

Le altre categorie professionali più coinvolte sono quelle degli impiegati amministrativi (3,4%), degli addetti ai servizi di pulizia (2,0%), dei dirigenti sanitari (1,1%) e dei conduttori di veicoli (1,0%). In particolare nell’amministrazione pubblica (attività degli organismi preposti alla sanità – Asl – e amministratori regionali, provinciali e comunali), ricadono l’8,7% delle infezioni denunciate e il 10,2% dei decessi.

Gli altri settori più colpiti sono i servizi di supporto alle imprese (vigilanza, pulizia e call center), il manifatturiero (tra cui gli addetti alla lavorazione di prodotti chimici e farmaceutici, stampa, industria alimentare), le attività dei servizi di alloggio e ristorazione e il commercio all’ingrosso.

Dall’esame della curva dei contagi dallo scoppio della pandemia, emerge che per l’insieme dei settori della sanità, assistenza sociale e amministrazione pubblica, si è passati, dall’80,5% dei casi codificati nel primo periodo della pandemia fino a maggio compreso, al 49,8% del trimestre giugno-agosto, per poi risalire al 74,5% nel bimestre settembre-ottobre.

Viceversa in altri settori, con la graduale ripresa delle attività, l’incidenza dei casi di contagio è aumentata nelle prime due fasi e si è ridotta nella terza. È il caso, per esempio, dei servizi di alloggio e ristorazione, passati dal 2,5% del primo periodo, al 6,2% del trimestre successivo e all’1,9% nel bimestre settembre-ottobre, o dei trasporti, passati rispettivamente dall’1,2%, al 5,6% e al 2,2%.

Il decremento in termini di incidenza osservato nell’ultimo bimestre in questi settori non deve però trarre in inganno: in ottobre, infatti, il fenomeno è ripreso vigorosamente per numerosità delle denunce in tutti i settori. L’analisi territoriale evidenzia che più della metà delle denunce presentate all’Istituto (53,1%) ricade nel Nord-Ovest, seguito da Nord-Est (22,3%), Centro (13,2%), Sud (8,3%) e Isole (3,1%).

Riguardo ai decessi, la percentuale del Nord-Ovest sale al 55,6%, mentre il Sud, con il 16,6% dei casi mortali denunciati, precede il Nord-Est (13,3%), il Centro (12,7%) e le Isole (1,8%). Con un terzo dei contagi denunciati (33,1%) e il 41,3% dei decessi la Lombardia si conferma la regione più colpita.

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