Briefing e fondi, come funziona la transizione presidenziale Usa

Emily Murphy
Emily Murphy. (Gettyimagine)

WASHINGTON. – La ‘presidential transition’ è la transizione dei poteri da un presidente all’altro nei circa 80 giorni che separano l’election day dal giuramento, periodo in cui il commander in chief uscente diventa un ‘lame duck president’, un’anatra zoppa. Tutto è regolato dal Presidential Transition Act, una legge del 1963 che prevede i meccanismi per facilitare una transizione “ordinata e pacifica”.

Meccanismi bloccati per quasi tre settimane, per la prima volta nella storia americana, da un’anonima funzionaria nominata nel 2017 da Donald Trump alla guida del General Services Administration (Gsa): l’avvocata repubblicana Emily Murphy, che ha firmato solo ieri la lettera di “accertamento” del “chiaro” vincitore.

Una mossa che ha costretto Donald Trump a dare disco verde alla transizione, anche se non ha ancora concesso la vittoria a Joe Biden ed intenzionato a proseguire la sua battaglia legale sul voto. Ora il presidente eletto potrà avere accesso al briefing quotidiano dell’intelligence e il suo staff potrà iniziare a collaborare con quello di Trump per il passaggio delle consegne, contattare le agenzie governative, creare email ufficiali, usufruire di uffici, sistemi informatici e fondi federali per 6,3 milioni di dollari.

La necessità più urgente, secondo il team di Biden, era quella di avere accesso ai dati sul Covid-19 e ai piani di distribuzione del vaccino, in modo da evitare ritardi o ostacoli nella lotta ad una pandemia che negli Usa registra cifre record di morti e di contagiati.

Il presidente eletto comunque non ha atteso l’inizio della transizione per cominciare a preparare la sua futura presidenza. Sin da quando è apparsa chiara la sua vittoria, ha iniziato a telefonare ai leader mondiali, a definire i primi passi della sua amministrazione e a scegliere i primi nomi della sua squadra di governo.