Imprese, manager, professioni: il patto dei giovani imprenditori

Confindustria: Riccardo Di Stefano presidente dei Giovani imprenditori.
Confindustria: Riccardo Di Stefano presidente dei Giovani imprenditori. (Lumsa)

ROMA. – Dai Giovani di Confindustria ad avvocati e commercialisti, imprenditori, costruttori, commercianti, manager, dirigenti della P.a: è un patto under 40. Nasce una alleanza della giovane classe dirigente italiana per confrontarsi, avere una visione comune, parlare al Paese e alla politica con “una voce sola, autorevole”, come spiega Riccardo Di Stefano.

Il leader dei Giovani Imprenditori di Confindustria – intervistato dall’ANSA -, annuncia così un progetto su cui sono già al lavoro quattordici associazioni. Stanno ascoltando una base di decine di migliaia di associati, registrano le esperienze di questi mesi difficili, ne sondano la fiducia, raccolgono timori e proposte, mettono in fila le priorità. E per febbraio tireranno le somme in “una analisi lucida”, per “portare all’attenzione pubblica delle istanze comuni”.

E’ la prima rete trasversale di giovani imprenditori, manager, professionisti. E’ stata promossa dai Giovani di Confindustria e da Federmanager Giovani e coinvolge, intorno d un ‘tavolo interassociativo’, le organizzazioni giovanili degli avvocati, di commercialisti ed esperti contabili, di Confartigianato, dei costruttori dell’Ance, di Confagricoltura, Federalimentare, Confcommercio, Sistema Moda Italia, FederLegno Arredo, Confapi, dell’ospedalità privata, e l’associazione giovani classi dirigenti della pubblica amministrazione.

E’ una iniziativa “nata in un momento storico particolare, di sfide globali senza precedenti”, sottolinea il presidente dei Giovani Imprenditori: “L’idea di unire il punto di vista dei giovani di Confindustria a quello delle altre più significative associazioni di giovani serve a dare una voce comune ad una nuova classe dirigente giovane.

Il primo obiettivo è quello di avere una base comune, una istantanea sullo stato dell’impresa giovanile in Italia, cercare di comprenderne e mettere a fuoco gli aspetti più delicati su cui concentrare una azione congiunta”, rivolgendosi “prima di tutto all’opinione pubblica, e inevitabilmente anche ai decisori politici”.

Per febbraio sarà resa pubblica la prima sintesi di un lavoro di ascolto della base, avviato in collaborazione con 4.Manager: sarà un focus “sulla fiducia nel 2021, le aspettative di investimento, lavoro crescita, le priorità per il Recovery Fund e le criticità da superare per far ripartire il Paese”, spiega Di Stefano.

Dell’azione del Governo, sul fronte del drammatico impatto sull’economia dell’emergenza pandemia, Riccardo Di Stefano, classe 1986, imprenditore palermitano, eletto a giugno nuovo leader dei Giovani Imprenditori, si sofferma sul tema del lavoro commentando il testo della manovra.

E avverte: la decontribuzione per incentivare le assunzioni è “una buona notizia”, “avere attenzione per donne e giovani, i più colpiti dalla crisi, è ciò che abbiamo ribadito in più occasioni”, ma per i “troppi vincoli” posti per le imprese “rischia di essere un flop”.

Più in generale, “è del tutto evidente che questa è una manovra espansiva, che mette sul piatto un ingente quantitativo di risorse, però notiamo – rileva ancora il presidente dei giovani di Confindustria – che è ancora in gran parte di carattere emergenziale. I temi che sono a noi molto cari, che sono legati al rilancio degli investimenti per una impresa che sia sostenibile sono ancora timidi, e per molti versi sono rinviati al piano di ripresa e resilienza”.

Servono “piani, investimenti” che possano “generare una crescita a medio-lungo termine. Sono cruciali in questo momento. Il Paese è veramente ad un bivio: utilizzare queste risorse con i ritardi e con gli sprechi che abbiamo visto negli ultimi anni rischia di consegnare alla nostra generazione e a quelle che seguiranno un Paese con una montagna di debito pubblico ed una produttività ancora molto bassa”.

(di Paolo Rubino/ANSA)

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