Riforma del Mes attesa per lunedì: “Italia mantenga gli impegni”

I ministri dell'Economia francese e italiano, Le Maire e Gualtieri.
I ministri dell'Economia francese e italiano, Le Maire e Gualtieri.

BRUXELLES. – La riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) arriva lunedì al traguardo finale e tutti all’Eurogruppo si aspettano che l’Italia mantenga gli impegni presi a dicembre scorso, quando i ministri dell’economia raggiunsero l’accordo politico poi rimasto in sospeso per lo scoppio della pandemia.

Quel testo è chiuso ormai da mesi, e con il sigillo dell’Eurogruppo si potrà fissare la data per la firma del nuovo trattato e avviare le ratifiche nazionali. Italia permettendo, perché un suo ‘no’ potrebbe far di nuovo slittare i tempi. Ma non è questa la previsione a Bruxelles.

“Non ho ragioni per aspettarmi che gli impegni politici presi dall’Italia” un anno fa “non siano affidabili”, fa sapere una fonte europea che prepara la riunione di lunedì. “La discussione è sulla riforma non sul suo utilizzo”, ha detto a margine di un incontro con il ”collega” francese Le Maire il ministro dell’economia Roberto Gualtieri che domani riferirà alle commissioni competenti di Camera e Senato.

L’intento della riforma, avviata oltre due anni fa, è rafforzare e semplificare l’uso degli strumenti a disposizione del Mes prima del salvataggio di un Paese, ovvero le linee di credito precauzionali, utilizzabili nel caso in cui un Paese venga colpito da uno shock economico e voglia evitare di finire sotto stress sui mercati.

La riforma elimina il contestatissimo Memorandum – quello passato alla storia per aver imposto condizioni rigidissime alla Grecia – sostituendolo con una lettera d’intenti che assicura il rispetto delle regole del Patto di stabilità . La riforma affida al Mes anche un altro compito, a tutela dei contribuenti: fornirà un paracadute finanziario (backstop) al fondo salva-banche Srf (il fondo unico di risoluzione europeo alimentato dalle banche stesse), qualora, in casi estremi, dovesse finire le risorse a disposizione per completare i ‘fallimenti ordinati’ delle banche in difficoltà.

E’ uno dei tasselli mancanti dell’Unione bancaria che l’Italia aveva fortemente voluto e che potrebbe entrare in vigore anche prima del previsto, già l’anno prossimo, se l’Eurogruppo darà l’ok all’introduzione anticipata.

Ma la polemica italiana sul nuovo Mes divampò a fine 2019 a causa della riforma delle “clausole di azione collettiva” (Cacs) negli eventuali casi di ristrutturazione del debito sovrano di uno Stato membro. In sostanza, dal 2022, sarà più semplice ottenere l’ok della platea degli azionisti per approvare la ristrutturazione di un debito sovrano, perché dalle attuali regole che richiedono una doppia maggioranza, si passerà a una maggioranza unica. Il ministro Gualtieri riuscì a strappare delle modifiche, puntando ad una via di mezzo tra i due sistemi. Poi la pandemia bloccò tutto.

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