Turchia: maxi-processo per il golpe fallito, 337 ergastoli

La folla protesta dopo l'arresto dei responsabili del golpe in Turchia
epa06244368 Turkish people protest against arrested soldiers who allegedly attempted to assassinate Turkish President Recep Tayyip Erdogan during the July 2016 coup attempt, prior to a trial in Mugla, Turkey, 04 October 2017. Forty-seven coup-plotting soldiers go on trial for the attempted coup 04 October. EPA/ALI BALLI TURKEY OUT, USA OUT, UK OUT, CANADA OUT, FRANCE OUT, SWEDEN OUT, IRAQ OUT, JORDAN OUT, KUWAIT OUT, LEBANON OUT, OMAN OUT, QATAR OUT, SAUDI ARABIA OUT, SYRIA OUT, UAE OUT, YEMEN OUT, BAHRAIN OUT, EGYPT OUT, LIBYA OUT, ALGERIA OUT, MOROCCO OUT, TUNISIA OUT,

ISTANBUL. – Pioggia di ergastoli per i militari che cercarono di rovesciare Recep Tayyip Erdogan. A oltre 4 anni dal fallito colpo di stato in Turchia, in cui morirono oltre 250 persone e quasi 2.200 rimasero ferite, si è concluso con oltre 300 condanne uno dei principali maxi-processi contro i suoi autori, centrato sulle azioni eversive alla base aerea di Akinci, alla periferia di Ankara, che fu il quartier generale dei golpisti e dove l’allora capo di stato maggiore e attuale ministro della Difesa, Hulusi Akar, venne preso in ostaggio.

Per 337 degli oltre 450 imputati, un tribunale della capitale turca ha emesso condanne all’ergastolo, da scontare in regime di carcere duro. Tra questi ci sono molti ex alti ufficiali delle forze armate e diversi piloti dei caccia che la notte tra il 15 e il 16 luglio 2016 bombardarono alcuni dei luoghi simbolo delle istituzioni nazionali, tra cui il Parlamento e un’area vicina al palazzo presidenziale di Ankara.

Per loro i capi d’accusa andavano da “tentato rovesciamento dell’ordine costituzionale” a “tentato omicidio del presidente della Repubblica” a “omicidio volontario”. A 79 ergastoli è stato condannato l’ex luogotenente colonnello Hasan Husnu Balikci, ritenuto l’uomo che ha sventrato con le bombe lanciate dal suo jet F-16 un’ala della Grande assemblea nazionale.

Stessa pena per l’ex luogotenente Mustafa Mete Kaygusuz, accusato di aver dato gli ordini per i bombardamenti, e l’ex comandante alla base Nato di Incirlik, Bekir Ercan Van, che avrebbe fornito il carburante ai caccia. Un altro ex pilota, Muslim Macit, è stato giudicato colpevole dell’uccisione di 15 persone con un raid in cui lanciò due ordigni a caduta libera MK-82 nei pressi del palazzo di Erdogan. Altri 60 imputati sono stati condannati a pene minori e 75 assolti.

L’ergastolo è stato inflitto anche a diversi civili, tra cui l’uomo d’affari Kemal Batmaz, dipinto da anni dalle autorità turche come uno degli anelli di collegamento con l’imam e magnate Fethullah Gulen, l’ex alleato di Erdogan accusato di aver orchestrato il golpe e di cui la giustizia di Ankara ha chiesto ripetutamente e invano l’estradizione dagli Stati Uniti, dove è residente dal 1999. Il chierico musulmano, che guida una rete con milioni di accoliti nel mondo, si è sempre dichiarato innocente.

La repressione del governo Erdogan dopo il putsch ha portato all’arresto di quasi centomila persone e all’epurazione di oltre 140 mila dipendenti pubblici. Un pugno di ferro favorito dai decreti dello stato d’emergenza, durato due anni, e che secondo le opposizioni ha colpito anche migliaia di dissidenti estranei al tentativo di golpe e storicamente avversari di Gulen.

I processi conclusi in relazione a quegli eventi diventano almeno 290, con quasi 4.500 persone condannate, di cui circa un terzo alla pena dell’ergastolo. Altri 9 processi sono ancora in corso, tra cui quello con oltre 500 imputati per i presunti atti eversivi della guardia presidenziale.

(di Cristoforo Spinella/ANSA)