Foto soldato che sgozza afgano, bufera Australia e Cina

In questa immagine d'archivio, soldati dell'Esercito Nazionale Afghano (ANA) attendono l'apertura della cerimonia della Direzione Nazionale di Sicurezza Security (NDS) agenzia di intelligenza fondata dagli Stati Uniti a Lashkar Gah, Afghanistan.
In questa immagine d'archivio, soldati dell'Esercito Nazionale Afghano (ANA) attendono l'apertura della cerimonia della Direzione Nazionale di Sicurezza Security (NDS) agenzia di intelligenza fondata dagli Stati Uniti a Lashkar Gah, Afghanistan. (ANSA-EPA/WATAN YAR)

PECHINO. – L’Australia ha chiesto alla Cina le scuse ufficiali e la rimozione della foto ritoccata e postata su Twitter dal portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian dove un soldato di Canberra punta un coltello insanguinato alla gola di un giovane civile afgano.

Nell’ultimo capitolo di uno scontro diplomatico e commerciale bilaterale sempre più aspro, il premier Scott Morrison, visibilmente irritato, ha tuonato senza mezzi termini che Pechino “dovrebbe vergognarsi di un tweet del genere”, definendo l’immagine “ripugnante” fino a chiedere a Twitter di rimuoverla “nell’interesse della decenza”.

La foto, condivisa da Zhao, si riferisce al rapporto pubblicato di recente e risultato di un’indagine condotta da un giudice del New South Wales e dal capo dell’Australian Defence Force su presunti crimini di guerra che sarebbero stati commessi dalle truppe d’elite australiane in Afghanistan, principalmente tra il 2009 e il 2013.

L’Australia “sta reagendo in modo così forte al tweet. Significa che pensano che la crudele uccisione di vite afgane sia giustificata? Le vite afghane contano, i soldati australiani non dovrebbero forse vergognarsi?”, ha replicato a stretto giro la portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying, a capo del Dipartimento informazione e media, che ha difeso il “collega” e ha rincarato la dose: è l’Australia che “dovrebbe chiedere scusa per i crimini commessi in Afghanistan”.

Il post di Zhao è maturato nel mezzo del deterioramento delle relazioni tra Canberra e Pechino. Il cosiddetto Rapporto Brereton ha trovato “informazioni credibili” a sostegno delle affermazioni dell’uccisione illegale di 39 agricoltori, prigionieri e civili afgani.

“Sconvolto dall’assassinio di civili e prigionieri afgani da parte di soldati australiani. Condanniamo fermamente tali atti e chiediamo di ritenerli responsabili”, ha scritto Zhao, non nuovo a mosse irrituali rispetto alla diplomazia tradizionale, nel testo che accompagna il tweet nel frattempo segnalato dal social network con contenuto che potrebbe essere “sensibile”.

Morrison, nell’apposita conferenza stampa tenuta a Canberra, ha definito “l’immagine falsa e un terribile insulto”, quando il governo ha annunciato che sarà nominato un investigatore speciale per perseguire in modo deciso i responsabili degli incidenti descritti nel rapporto.

Le mosse dell’Australia in risposta alla vicenda “è un merito per questa nazione. Abbiamo istituito processi onesti e trasparenti perché ciò avvenga. Questo è ciò che fa un paese liberale, democratico e libero”. Dopo mesi di tensioni commerciali che hanno colpito carne bovina, orzo, pesce e vino australiani, Pechino ha annunciato venerdì i dazi fino al 212% sull’import di vino australiano la cui produzione è assorbita al 37% dal mercato cinese.

“Ci sono indubbiamente tensioni tra Australia e Cina, ma non è così che vanno affrontate”, ha aggiunto Morrison. A Pechino non è piaciuta la mossa di Canberra di chiedere un’indagine internazionale per far luce sulle origini della pandemia del Covid-19: secondo gli osservatori, la vicenda sarebbe diventata per la Cina l’occasione per testare la tenuta dei “Five eyes”, il network di intelligence e non solo che lega Usa, Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda.

(di Antonio Fatiguso/ANSA)

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