Manovra, prima bocciatura per la patrimoniale

Fondo patrimoniale
Fondo patrimoniale

ROMA. – Svanisce l’ipotesi di inserire una patrimoniale nella Manovra. Dopo i ripetuti ‘No’ politici arrivati praticamente da tutti gli schieramenti, la proposta di Nicola Fratoianni (LeU) e Matteo Orfini (Pd) ha ricevuto anche il ‘No’ tecnico della commissione Bilancio della Camera, che l’ha “cassata” per mancanza di coperture.

Per gli stessi motivi, la commissione ha bloccato anche il tentativo del M5S di ridurre i benefici fiscali per le fusioni fra banche. L’obiettivo dei Cinque Stelle è di ostacolare l’ipotesi di un’acquisizione di Mps da parte di Unicredit.

Sia per la patrimoniale sia per l’ ‘emendamento Montepaschi’ ancora non è detta l’ultima parola, però. I promotori hanno infatti presentato ricorso contro le bocciature: nelle prossime ore la commissione dovrà decidere se riammettere o meno le due proposte. Anche in caso di “ripensamento”, comunque, le due misure dovranno poi essere votate in commissione. E, specie per la patrimoniale, le speranze di un’approvazione sembrano ridotte.

Per adesso, quindi, non se ne parla. Ma Fratoianni e Orfini stanno già pensando di rimetterla sul piatto al più presto, magari in occasione della riforma del fisco attesa per il 2021. Restano invece in campo le richieste di maggioranza e opposizione di prolungare alla fine del 2023 i superbonus al 110% per interventi antisismici e di miglioramento energetico degli edifici.

“Nessuno è contrario alla proroga del Superbonus – ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli – C’è un dibattito sul come farla. Credo che si debba fare un prolungamento forte, non limitato a mesi ma, ovviamente, ad anni”.

Il problema sta nel fatto che si tratta di una misura molto costosa. Per questo, nel governo c’è chi preferirebbe inserire la proroga non subito in Manovra, ma in un prossimo provvedimento, che possa contare sui fondi del Recovery Plan. I voti in commissione Bilancio alla Camera, presieduta da Fabio Melilli del Pd, inizieranno la prossima settimana.

Dei circa 6.800 emendamenti depositati, la commissione ne ha dichiarati inammissibili 2500. Ma i voti dovrebbero concentrarsi sui quasi 900 che le varie forze politiche segnaleranno come prioritari. Su quelli si giocherà il confronto politico fra maggioranza e opposizione, nei prossimi giorni.

Fra le proposte arrivate in commissione, c’è anche quella annunciata dalla presidente della commissione Attività produttive della Camera, Martina Nardi (Pd), per “dare ai locali commerciali lo stesso trattamento riservato agli immobili in affitto alle famiglie con canone concordato e di conseguenza applicare la ritenuta d’acconto del 10% alle locazioni concordate commerciali”.

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