Covid: scoperti cinque geni legati alle forme gravi

Coronavirus, il mondo spera nella cura degli anticorpi
Coronavirus, il mondo spera nella cura degli anticorpi. (LeScienze)

MILANO. – Il nostro Dna può diventare una ‘bussola’ in grado di indicarci la via per curare i pazienti Covid più gravi. Lo dimostra la scoperta di cinque geni associati alle manifestazioni cliniche più severe della malattia: si chiamano IFNAR2, TYK2, OAS1, DPP9 e CCR2 e sono coinvolti in due processi chiave, ovvero la risposta immunitaria innata contro i virus e l’infiammazione dei polmoni.

Sono stati trovati grazie all’analisi del Dna di 2.700 pazienti ricoverati in terapia intensiva, finiti sotto la lente dei ricercatori dell’Università di Edimburgo nell’ambito di una grande collaborazione internazionale a cui partecipa anche l’Università di Siena.

Lo studio, pubblicato su Nature, dimostra che alcuni di questi geni potrebbero diventare bersaglio di farmaci già disponibili, dando dunque preziose indicazioni per nuove sperimentazioni cliniche mirate. “Possiamo testare solo pochi farmaci alla volta, dunque fare le scelte giuste significa salvare migliaia di vite”, spiega il coordinatore dello studio, Kenneth Baillie.

“Proprio come nella sepsi e nell’influenza, anche nella Covid-19 il danno ai polmoni è provocato dal nostro stesso sistema immunitario, più che dal virus in sè. I nostri risultati forniscono una roadmap della complessità dei segnali immunitari, mostrandoci la strada verso i bersagli terapeutici”.

Lo studio è stato realizzato esaminando il genoma di migliaia di pazienti Covid gravi ricoverati in oltre 200 terapie intensive britanniche: i dati così ottenuti sono stati incrociati con quelli del consorzio internazionale GenOMICC su campioni forniti da volontari sani di altri studi, e della Host Genetics Initiative a cui partecipa GEN-COVID, lo studio multicentrico italiano coordinato da Alessandra Renieri, docente del dipartimento di Biotecnologie mediche e responsabile della UOC Genetica Medica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese.

“Sono state individuate differenze chiave in cinque geni che spiegherebbero in parte perché alcuni individui si ammalano gravemente mentre altri non presentano sintomatologia”, spiega Renieri. “Lo studio ha permesso inoltre di prevedere l’effetto dei trattamenti farmacologici sui pazienti, perché alcune varianti genetiche rispondono in modo simile a particolari farmaci. Ad esempio, una riduzione dell’attività del gene TYK2 protegge dal Covid-19 e una classe di farmaci antinfiammatori chiamati Inibitori di JAK, che include il farmaco baricitinib, produce questo effetto. I risultati evidenziano immediatamente quali farmaci dovrebbero essere in cima alla lista per i trial clinici”.

Lascia un commento