Gli italiani di Londra bloccati: “É l’ultima beffa”

Una stazione a Londra.
Una stazione a Londra. (ANSA)

LONDRA.  – Un Natale isolato, con la Manica trasformata in fossato insuperabile: non per la Brexit, almeno non ancora, ma per le conseguenze di un virus mutato repentinamente e divenuto in Gran Bretagna più incontrollabile che mai.

É il destino di tanti italiani, fra i circa 700.000 della tentacolare comunità di connazionali trapiantati più o meno stabilmente nel Regno di Elisabetta, sorpresa dall’improvvisa sospensione precauzionale delle rotte internazionali che di fatto rende ora impraticabile, fino a gennaio, ogni viaggio nei due sensi per la Penisola, come per la totalità dell’Europa e buona parte del mondo. Segnando in modo ancor più anomalo e precario le festività di fine anno, a coronamento d’un 2020 da archiviare in fretta.

L’impazienza per il rientro in patria, in occasione delle feste natalizie, si è tramutata per molti nella delusione di non poter trascorrere nemmeno qualche giorno vicino alle famiglie d’origine; per altri, viceversa, nell’ansia di non sapere quando e come potranno rimettere piede nel Regno Unito.

Diverse compagnie aeree, come per esempio la British Airways, hanno del resto già sospeso i collegamenti da e per il Bel Paese fino all’Epifania. Una scelta prudenziale che costringerà chi è riuscito a rientrare in Italia prima del blocco di domenica a rivedere i propri piani.

É il caso dell’avvocato Giovanni Girello, impiegato in uno studio legale nella City, che con ogni probabilità dovrà prolungare la sua permanenza a San Martino di Castrozza dopo la cancellazione del volo per la capitale britannica, previsto sabato due gennaio.

“Sono rientrato in Italia in anticipo per evitare la quarantena – il racconto di Girello all’ANSA -. E contavo di essere nuovamente a Londra il 2 gennaio così da tornare in ufficio dopo i 5 giorni di autoisolamento previsti dal governo britannico già il 7. É evidente che non sarà possibile”.

Girello aveva infatti approfittato della finestra temporale, scaduta alla mezzanotte di domenica, garantita agli expat in base alle regole di viaggio festive imposte in Italia per l’ingresso in patria senza obbligo di quarantena, purché in possesso di un test negativo fatto nelle 48 ore precedenti.

“A Londra c’è stata una vera corsa al tampone negli ultimi giorni, con i prezzi che sono schizzati alle stelle. Ma come me in molti eravamo disposti a tutto pur di rientrare”, le parole di Girello.

Decisamente più fortunato peraltro di Filippo Bettineschi, broker in una società d’investimenti, risultato positivo al tampone il giorno prima del rientro in Italia. “É stata una delusione tremenda perché del tutto inattesa: non ho mai avuto alcun sintomo e continuo a non capire dove possa aver preso il virus dal momento che vivo da solo, e sono uscito di casa lo stretto necessario in queste ultime settimane”.

Se per Bettineschi si è trattato di una scelta forzata, Michela Ruggeri, arredatrice d’interni, aveva scelto invece già da tempo di trascorrere a Londra le festività.

Eppure anche per lei le ultime restrizioni annunciate da Downing Street hanno il sapore della beffa: “Avevo deciso di restare perché rispetto a Milano, dove vivono i miei, qui la situazione, almeno fino a pochi giorni fa, sembrava più tranquilla, con bar e ristoranti aperti e senza coprifuoco. Ora mi trovo a vivere un lockdown ancor più pesante di quello della scorsa primavera”. Che durerà almeno sino a fine anno, ma molto probabilmente verrà esteso anche oltre.

Colpa dell’imponderabile, di un virus particolarmente infido, o anche dell’ennesima oscillazione – fra alti e bassi, spiragli di apertura e misure precauzionali durissime – attribuita al governo di Boris Johnson? Fra paure e recriminazioni, malumori o rassegnazione, gli italiani d’Oltremanica se lo domandano senza poter fare molto, al pari degli altri espatriati e di non pochi sudditi di Sua Maestà, ingabbiati nella medesima sorte. Mentre a Lucio e Francesca Frascati, marito e moglie emiliani, non resta che prepararsi a una Natività da separati persino come coppia.

“Non potevo muovermi per lavoro fino alla vigilia, così Lucio mi ha preceduta a Bologna – spiega Francesca all’ANSA dalla sua casa londinese -. Sarà un Natale molto triste, degna conclusione di un 2020 tutto da dimenticare”.

(di Lorenzo Amuso/ANSA)

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