La Voce d’Italia, 70 anni scrivendo la nostra storia

 

70 anni. Oltre mezzo secolo di storia raccontando le vicende della nostra Comunità. “La Voce d’Italia” li ha compiuti l’anno che ci siamo lasciati alle nostre spalle. Lo ha fatto in silenzio, per rispetto al dolore di coloro che piangono la scomparsa di persone care a causa della pandemia.
All’inizio del 2020 avevamo programmato una serie di eventi di carattere culturale. Sono solo stati rimandati. Il 2021 si apre all’insegna della speranza. La scoperta del vaccino dovrebbe consentire di sconfiggere la Covid 19. E permetterci di tornare ad una vita normale. O, almeno, ad una nuova normalità senza l’incubo del “nemico invisibile”.
Anche in questa parentesi di difficoltà e di lotta contro la pandemia, la “Voce” è stata ed è accanto alla Collettività. D’altronde lo è sempre stata fin dalla sua nascita. Nelle sue pagine è narrata la cronaca di due generazioni: quella dei pionieri, emigrati nell’immediato dopoguerra, e quella dei loro figli, che pur essendo nati all’estero non hanno mai dimenticato le proprie radici. Ci ripromettiamo di fare altrettanto con i nipoti.
Quando Gaetano Bafile, caparbio giornalista abruzzese amante della verità e della libertà, decise di fondare La Voce d’Italia, si prefisse un Giornale che non solo avrebbe mantenuto informata la nostra Comunità su quanto accadeva in Venezuela, in Italia e nel mondo, ma che l’avrebbe anche orientata, ne avrebbe difeso gli interessi, e ne avrebbe promosso l’integrazione nel tessuto sociale del Paese. Gli obiettivi di ieri continuano ad essere quelli di oggi. La nostra “Voce” continuerà ad essere un giornale mosso da ideali di libertà, giustizia e democrazia. Gli stessi che ispirarono la Costituzione italiana. Non può essere altrimenti. Li rivendichiamo con orgoglio.
Il “Caso Beltramini”, il “Giallo Zagame”, la triste vicenda dei “7 siciliani scomparsi”, la campagna stampa a difesa delle “rimesse”, la richiesta di grazia per il giovane guerrigliero Renato Mosucca, l’aspra ma signorile polemica con l’Ambasciatore Ludovico Incisa di Camerana, la campagna per i diritti politici degli emigranti e la loro integrazione, il netto “No” al colpo di Stato che ha visto protagonista il Tenente Colonello Hugo Rafael Chávez Frías, il ripudio ad ogni forma di governo autocratico, le denunce di arresti illegali e soprusi a danno dei nostri giovani durante le proteste nel corso degli ultimi 20 anni, sono solo alcune delle cronache che in questi 70 anni di vita hanno dato autorevolezza al nostro giornale, che ha ospitato firme di grande prestigio.
Iniziamo ora una nuova tappa. E lo facciamo con tante illusioni, tanto entusiasmo, senza dimenticare le nostre origini, la Comunità che ci ha permesso di crescere e gli ideali che ci hanno sempre indicato il cammino.  Ieri la “Voce” era il quotidiano degli italiani in Venezuela. Oggi, grazie alle nuove tecnologie e alle frontiere sempre più liquide, ci proponiamo di trasformarlo in quello degli italiani nel mondo. Un progetto ambizioso? Senz’altro. Ma anche in questa nuova sfida siamo sicuri di avere accanto a noi la nostra Comunità, le nostre Comunità all’estero, ed anche la diaspora venezuelana che cerca in altri paesi un futuro migliore e con la quale ci unisce lo stesso amor di patria che ci lega all’Italia.

Mauro Bafile

 

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