S&P: Pil a due velocità, balzo Italia piú 5,3% nel 2021

Insegna di una banca.
Insegna di una banca. (ANSA)

MILANO. – L’economia globale è arrivata zoppicante nel nuovo anno a causa della crisi provocata dalla pandemia, ma la prospettiva è quella di un 2021 “più brillante”.

Le previsioni vedono Pil a due velocità con una probabile contrazione nei primi sei mesi e una forte ripresa nel secondo semestre. L’Europa, secondo le stime di S&P Global Ratings, avrà una crescita del 4,8% con un balzo del prodotto interno lordo dell’Italia al 5,3%.

I Paesi europei torneranno a crescere in modo sostenuto a patto con lo scenario che vede raggiunta l’immunità di gregge sul fronte del Covid e l’attuazione del piano Next Generation dell’Ue sul versante economico. Il 2021 ci racconterà “due storie con il Pil che avrà una forte crescita nella seconda parte dell’anno”, afferma Sylvain Broyer, Chief Economist Emea di S&P Global Ratings.

Ci sono tutte le “condizioni – aggiunge – anche per un robusto recupero sul mercato del lavoro. In Italia la ripresa economica sarà veloce. L’economia italiana è più profittevole rispetto a quella degli altri Paesi e può crescere più rapidamente”.

La crisi ha messo a dura prova le aziende italiane i cui ricavi torneranno a livelli pre-covid nel 2022. Gli investimenti, inoltre, hanno visto un -12% nel 2020 e torneranno a crescere con una ripresa progressiva nel 2021 e 2022. La ripresa delle aziende italiane non sarà “standard come abbiamo potuto vedere nelle crisi precedenti”, afferma Renato Panichi,senior director corporate ratings di S&P Global Ratings.

Attualmente il 42% delle “aziende italiane ha un Outlook negativo, in linea con la media europea. Quindi non abbiamo un caso Italia perchè siamo perfettamente allineati con gli altri Paesi”.

Il Covid lascerà il segno anche nel sistema bancario portando ad una accelerazione del processo di “cambiamento strutturale con un consolidamento”, ha evidenziato Mirko Sanna, director financial institutions, S&P Global Ratings.

Ci sono alcune situazioni “come quella di Mps – ha aggiunto – con il Governo che ha detto che è un tema da risolvere nel corso del 2021 e che potrebbe accelerare il processo di consolidamento. C’è da considerare poi che ci sono ulteriori benefici fiscali previsti per le banche o più in generale per le banche che effettueranno consolidamento”.

Le banche italiane hanno già navigato in acque turbolente in passato, ma nell’affrontare la pandemia del coronavirus hanno avuto un “significativo e tempestivo” supporto da parte delle autorità europee e nazionali.

Gli oltre 140 miliardi di euro di prestiti alle piccole e medie imprese e alle aziende in gran parte garantiti dal governo, ad esempio, contribuiranno probabilmente a contenere l’onere delle perdite di credito per le banche, mitigando l’impatto della pandemia per molte imprese colpite.

C’è da aspettarsi però un significativo aumento degli Npl. Difficile fare una previsione precisa ma “stimiamo che raddoppieranno rispetto ai livelli medi di novembre raggiungendo i 200 miliardi di euro. Riteniamo le perdite sostenibili e inferiori rispetto al passato perchè le banche hanno una struttura del capitale più solida”, conclude Sanna.

(di Massimo Lapenda/ANSA)