L’Oms a Wuhan, 10 super esperti su tracce virus

Personale medico medical esamina un paziente in quarantena in un hotel di Wuhan, China.
Personale medico medical esamina un paziente in quarantena in un hotel di Wuhan, China. (ANSA- EPA/YFC CHINA)

ROMA. – Sono virologi, epidemiologi, veterinari. Nella loro carriera hanno affrontato ogni tipo di infezione, dall’Aids all’Ebola. Per i prossimi cinque mesi si cimenteranno con la sfida più difficile: capire le origini del coronavirus e di una pandemia che ha ucciso quasi due milioni di persone nel mondo.

Da domani arrivano a Wuhan “i virus hunters’, i cacciatori di virus” come vengono chiamati in ambienti scientifici, i 10 super esperti dell’Oms. Otto uomini e due donne – da Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Olanda, Danimarca, Russia, Qatar, Vietnam e Giappone – selezionati dall’Agenzia dell’Onu con il bene placito di Pechino che ha ricevuto a novembre la lista dei nomi.

Un elenco tenuto segreto e pubblicato solo dopo l’autorizzazione dei diretti interessati perché, disse in quell’occasione il capo dell’emergenze Mike Ryan, “ci sono stati attacchi tali alla comunità scientifica negli ultimi tempi che non è facile essere un ricercatore in questo periodo”.

Ma chi sono gli scienziati del ‘dream team’ che avrà il compito di scoprire quali animali al mercato di Wuhan hanno portato il Covid e soprattutto come lo hanno trasmesso all’uomo?

Marion Koopmans e Thea Fischer sono le uniche due donne della squadra dell’Oms. Olandese la prima, danese la seconda, hanno entrambe alle spalle una lunga esperienza da virologhe ed epidemiologhe.

É stata Koopmans a scoprire nel 2013 che cammelli e dromedari erano in grado di trasmettere all’uomo la sindrome respiratoria Mers ed è stata lei qualche mese fa ad individuare e monitorare la presenza del coronavirus negli allevamenti di visoni nel nord Europa.  Per la scienziata, che a 64 anni è la veterana del gruppo, è importante avere la mente aperta su come è iniziata la pandemia, “tutto è sul tavolo”.

Veterinario per formazione, il tedesco Fabian Leendertz, del Robert Koch Institut di Berlino, è uno dei massimo esperti di Ebola, malattia che ha seguito dal 2014 quando si recò nel villaggio di Meliandou, in Guinea, pochi mesi dopo la morte di un bambino di due anni, la prima persona infetta in Africa occidentale.

Gli studi di Leendertz hanno suggerito che l’epidemia di Ebola sia stata originata dai pipistrelli che vivevano  all’interno della cavità di un albero dove i bambini erano soliti giocare.

Ci sono ancora il vietnamita Hung Nguyen, esperto di zoonosi; John Watson, ex vice capo dell’Istituto di sanità britannico; l’australiano Dominic Dwyer, esperto di HiV e il zoologo britannico Peter Daszak, la cui nomina ha suscitato qualche polemica.

Oltre ad una decennale esperienza nello studio di diversi coronavirus Daszak ha, infatti, alle spalle, una lunghissima collaborazione con la scienziata Shi Shengli, nota in Cina come “bat woman”, all’Istituto di virologia di Wuhan. Proprio quello accusato, anche da parte del presidente americano Donald Trump, di aver creato è fatto scappare’ il terribile virus.

La Cina ha assicurato la massima collaborazione ai ricercatori dell’Oms, tuttavia ha chiesto che la missione a Wuhan non sia l’unica alla ricerca delle origini del coronavirus invitando gli scienziati ad indagare anche in Italia, Francia e Stati Uniti.

(di Benedetta Guerrera/ANSA)

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