Marche: salvate 14mila opere dopo il sisma, via al restauro

Restaurate opere d'arte dopo il sisma del 2016 nelle Marche.
Restaurate opere d'arte dopo il sisma del 2016 nelle Marche. (ANSA)

ANCONA. – “Sono 14mila le opere d’arte recuperate dalle macerie del terremoto 2016 sul territorio marchigiano. Alcune, pur non avendo un grande valore artistico, rappresentano la storia, la fede, l’attaccamento della gente ai luoghi in cui sono nati e cresciuti e quindi assumono un significato straordinario”.

A parlare è lo storico dell’arte della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, Pierluigi Moriconi, che ha aperto all’ANSA le porte del deposito della Mole Vanvitelliana di Ancona, uno degli 8 “ospedali dell’arte ferita”, così li chiama, dislocati nella regione.

“Subito dopo le prime scosse – racconta il funzionario della Soprintendenza – ci trovammo di fronte alla necessità di individuare degli edifici dove trasferire le opere recuperate dalle macerie, grazie anche al prezioso contributo dei carabinieri tutela del patrimonio culturale. Il Comune di Ancona ci mise a disposizione quest’ala della Mole e fu una svolta”.

Moriconi, assieme alla soprintendente Marta Mazza, solleva la “necessità di arrivare a realizzare un deposito permanente dove ricoverare le opere d’arte in caso di calamità o semplicemente per restaurarle”. Intanto, tele, statue, affreschi, candelabri, crocifissi lignei e migliaia di frammenti hanno trovato riparo in questi edifici “che sono dei veri e propri pronto soccorso dell’arte”, racconta Moriconi mentre spiega dove questo o quel reperto è stato ritrovato.

Ammettendo il suo “debole” per una statua di santo Stefano, risalente al XIV secolo: “L’abbiamo recuperata dalla chiesa di San Liberatore a Castelsantangelo sul Nera – ricorda il funzionario -. La particolarità di questa statua è che cadendo per il sisma le si sono staccate entrambe le mani. Rivederla recuperata sarà un’emozione”.

Ma sugli scaffali montati all’interno del deposito anconetano si possono ammirare tantissime altre opere di grande fascino e di incredibile bellezza. Statue e dipinti sono avvolti in veli e accompagnati da fogli con le indicazioni sulla provenienza e lo stato di conservazione. Una serie di casse custodisce frammenti di affreschi amorevolmente ricomposti su uno strato di sabbia, per preservarli dall’umidità.

“Sono opere che hanno un valore identitario molto alto – dice Moriconi -, una volta che saranno state restaurare ritorneranno nei loro luoghi di appartenenza o in strutture che verranno realizzate per renderle fruibili alla gente del luogo e ai turisti”. Ma soprattutto “devono tornare nei loro territori, è un dovere che sentiamo ne confronti delle popolazioni terremotate, perché lo abbiamo promesso”.

A proposito di restauro, lo storico dell’arte ricorda che “il primo lotto, che può contare su un finanziamento di 250mila euro, è già iniziato da qualche mese. Mentre per il secondo lotto di intervento occorre ancora attendere qualche settimana”. Moriconi adesso auspica un’accelerazione importante della ricostruzione: “L’avvento del commissario straordinario Giovanni Legnini ha dato un impulso importante alla semplificazione burocratica. Ma – conclude – potremo dire che la ricostruzione sarà terminata o a buon punto solo quando questi depositi saranno svuotati”.

(di Gianluigi Basilietti/ANSA)