Con pandemia crescono contratti stabili, giù precari

Una manifestazione recente di disoccupati.

ROMA. –    Crescono i contratti stabili, salvaguardati dallo stop ai licenziamenti e diminuiscono i rapporti di lavoro precari travolti dalla pandemia e dalla crisi economica: a novembre 2020 – secondo l’Osservatorio Inps sul precariato – il saldo annualizzato dei rapporti di lavoro, ovvero la differenza tra quelli registrati nel mese e quelli di novembre 2019 è negativo per 664.000 unità.

Nei primi 11 mesi dell’anno le assunzioni complessive attivate dai datori di lavoro privati sono state 4,75 milioni (-30% sullo stesso periodo del 2020) mentre le cessazioni sono state 5,05 milioni con un calo del 20% dovuto prevalentemente allo stop ai licenziamenti. La variazione netta dei rapporti di lavoro (assunzioni più trasformazioni meno cessazioni) è stata negativa per 295.696 unità. Ma questo ultimo numero è il risultato di andamenti molto diversi per i contratti stabili e per quelli precari.

Se la variazione netta dei rapporti a tempo indeterminato (attivazioni, più trasformazioni meno cessazioni) è stata positiva per 243.769 rapporti sono invece crollati i rapporti precari con un saldo negativo tra attivazioni e cessazioni di oltre 543,000 rapporti. Un segno positivo si ha dalla variazione netta dei contratti di apprendistato (+3.537) anche se il dato resta lontanissimo da quello dei primi 11 mesi del 2019 (+68.093).

La situazione del mercato del lavoro potrebbe rápidamente peggiorare quest’anno nel momento nel quale si esauriranno il blocco dei licenziamenti (al momento fissato fino al 31 marzo) e la cassa integrazione con causale Covid che ha consentito alle imprese anche di far fronte alla riduzione (o alla mancanza) di attività di tenere in organico i lavoratori.

É probabile che si cerchi una via d’uscita nel mantenimento del blocco e della cassa solo per i settori più colpiti dall’epidemia e dalla chiusure come il commercio e il turismo, ma i sindacati chiedono di prorogare le misure e lavorare prima alla riforma degli ammortizzatori sociali in modo da non lasciare nessun lavoratore senza tutele.

Il numero uno della Cgil, Maurizio Landini, ha affermato la necessità di un confronto con le imprese “sul futuro, sui cambiamenti che ci sono e che arriveranno”. La Uil con la segretaria confederale Ivana Veronese ha chiesto al Governo “misure urgenti per rimettere in circolo le persone che hanno perso il lavoro e che, purtroppo, lo perderanno” facendo in fretta “con Next Generation UE e tutte quelle azioni che possano rilanciare ripresa e occupazione”.

“I dati diffusi oggi dall’Inps – sottolinea la Uil con il numero due, Luigi Sbarra – confermano una situazione drammatica sul lavoro e mettono in evidenza l’urgente bisogno di prorogare il blocco dei licenziamenti ed estendere casse e indennità Covid”.

L’Inps ha diffuso oggi anche i dati sulla cassa integrazione fino a gennaio calcolando che in dieci mesi (da aprile) sono stati autorizzati 4,2 miliardi di ore tra cassa e fondi di solidarietà. Solo nel mese di gennaio sono stati autorizzati per cig covid 189,98 milioni di ore mentre nel complesso le ore di cassa hanno superato i 217,5 milioni  con un calo del 29,1% su dicembre e un aumento del 762,2% su gennaio 2020.

Proprio grazie alle misure messe in campo dal Governo per salvaguardare il lavoro il numero delle indennità di disoccupazione erogate nell’intero 2020 si è attestato su quota due milioni con un calo del 3,1% sull’anno precedente.

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