L’Ue annuncia sanzioni contro chi ha incastrato Navalny

Alexei Navalny nella gabbia di vetro dentro l'aula del tribunale di Mosca.
Alexei Navlany in aula al tribunale di Mosca. Archivio. EPA-EFE/

BRUXELLES. – L’Unione europea alza il tiro. Nel giorno della prima videoconferenza con il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, i 27 ministri degli Esteri hanno raggiunto un accordo politico per colpire chi ha “incriminato, arrestato e condannato” l’oppositore russo Alexei Navalny. Un segnale della volontà dell’Unione di farsi valere sullo scacchiere geopolitico forse, dopo il duro trattamento ricevuto dall’Alto rappresentante Josep Borrell nel suo viaggio a Mosca.

Anche perché, come ripetuto dal capo della diplomazia europea al termine della “densa” riunione, per una “partnership forte” con gli Stati Uniti servono due partner forti.

Di fronte alla deriva “sempre più autoritaria” di Mosca, l’Unione ha accelerato sulla preparazione delle sanzioni, col percorso amministrativo in dirittura d’arrivo “si spera” nel giro di “una settimana” per l’entrata in vigore definitiva, ha scandito Borrell. Nel mirino ci sono almeno quattro alti funzionari russi, che saranno colpiti nella cornice legale sulle violazioni dei diritti umani, approvata di recente e al suo primo utilizzo in assoluto.

Tra i nomi sulla black list, che prevede un divieto dei viaggi nell’Ue ed il congelamento dei beni, non figureranno quelli di oligarchi perché, ha spiegato l’Alto rappresentante, l’elenco deve essere solido di fronte ai ricorsi in tribunale ed è difficile stabilire il nesso tra il caso Navalny e la responsabilità dei magnati che sponsorizzano il Cremlino.

Ma l’Unione guarda “preoccupata” anche agli sviluppi in Birmania. Se in un primo momento i 27 erano apparsi esitanti di fronte al ricorso a sanzioni, nella riunione a Bruxelles hanno rotti gli indugi. “Con i ministri abbiamo raggiunto un accordo politico per applicare misure” dirette ai generali “responsabili del colpo di stato”. Restrizioni che però non avranno impatto sulla popolazione provata dalla feroce repressione, è stato chiarito. L’Ue ha assunto così una posizione in linea con quella già espressa dagli Stati Uniti, dal Regno Unito e dal Canada.

E anche di fronte alla crescente brutalità del regime bielorusso i 27 si sono mostrati decisi a dare risposte tempestive. Un gruppo tecnico è al lavoro per allungare la black list che attualmente conta 84 individui e sette entità. Intanto, con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale europea, sono entrate in vigore le sanzioni per altri 19 alti esponenti del regime venezuelano di Nicolas Maduro, per la violazione della democrazia e dello stato di diritto.

Sul tavolo infine il pesante dossier sull’erosione democratica e la perdita di autonomia di Hong Kong, analizzato anche nella prospettiva delle relazioni Ue-Cina. In questo caso i ministri si sono messi d’accordo su una strategia in due fasi, con un primo passo volto al rafforzamento della società civile ed un secondo pronto a far scattare misure.

Di Russia e Cina i 27 hanno parlato anche con Blinken, persuasi a mantenere un’autonomia strategica ma allo stesso tempo a far fronte comune, mentre sono in corso i contatti per far rientrare il partner transatlantico nell’accordo sul nucleare iraniano abbandonato da Donald Trump, e a riportare Teheran al rispetto degli obblighi. Un’impresa tutt’altro che facile, ma a cui l’Unione punta con coraggio.

(di Patrizia Antonini/ANSA)

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