Nuovi attacchi in Congo, almeno 12 morti

Un soldato delle Forze Armate del Congo ispeziona il luogo dove perse la vita l'ambascitaore italiano Luca Attanasio in Nyiragongo, Nord Kivu
Un soldato delle Forze Armate del Congo ispeziona il luogo dove perse la vita l'ambascitaore italiano Luca Attanasio in Nyiragongo, Nord Kivu. EPA/STR

IL CAIRO. – Una delle molte decine di milizie che flagellano l’est del Congo   ha compiuto una nuovo massacro, stavolta di almeno una dozzina di persone nel Kivu Nord: un ennesimo rigurgito di sangue e orrore in quell’inferno verde in cui sono morti l’ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci.

Ad attaccare verso le 18 di martedì Kisima, un villaggio nei pressi di Beni, sarebbero stati i ribelli ugandesi dell’Alleanza delle forze democratiche (Adf), una formazione di matrice islamica attiva nell’est del Congo dalla fine degli anni Ottanta. Sono morti almeno dieci uomini e una donna ma il bilancio potrebbe aumentare dato che ancora diverse ore dopo l’assalto si era alla ricerca di altri cadaveri.

Un negozio è stato dato alle fiamme col suo proprietario all’interno, ha riferito una fonte del villaggio. Verso le 23 le Afd hanno sferrato un secondo attacco contro un altro piccolo centro, Oicha, dove hanno abbattuto un civile a colpi di arma da fuoco. La 13esima vittima è un miliziano Afd ucciso dall’esercito.

Le uccisioni portano ad oltre mille le vittime civili di attacchi simili portati nel solo territorio di Beni dal noviembre 2019, secondo calcoli di ong. In tutto il Kivu, dal 2017, i morti sono stati quasi 4.300, in un parossismo di orrori fatti anche di stupri di gruppo di cui sono state vittima più di 170 donne. I rapimenti come quello in cui si desume siano rimasti uccisi l’ambasciatore e il carabiniere sono stati più di 5.500.

Nell’est del Congo sono state segnalati 122 gruppi armati. Fra i più attivi ci sono le Afd, sebbene l’Onu le consideri ormai disarticolate in piccole bande, e i ribelli ruandesi della formazione Fdlr, indicata dal governo di Kinshasa come responsabile della morte di Attanasio nonostante una sua presa di distanza dall’azione.

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