Addio Ristori, marriva dl Sostegno. Scade stop cartelle

Un propietario chiude il suo locale dinanzi al Pantheon a Roma.
Un propietario chiude il suo locale di fronte Pantheon a Roma.

ROMA. – Addio “Ristori”. Il governo Draghi avvia una nuova fase per aiutare le attività economiche e il lavoro alle prese con la crisi provocata dal coronavirus. E il decreto cambia nome. Non sarà il Ristori 5, ma il Dl Sostegno.

Molto probabilmente sarà il primo di una serie che accompagnerà le varie fasi che scandiranno le scelte di contrasto alla pandemia. Conterrà misure per il lavoro – come una ulteriore estensione della Cig Covid – e fondi per le categorie più colpite dalle chiusure, come quelle legate alla stagione sciistica o al settore della ristorazione.

Ma ci sarà anche una ulteriore proroga ai pagamenti delle cartelle esattoriali: lo stop al loro invio scade infatti domenica e, anche se tecnicamente è impossibile ipotizzare l’invio da lunedì, si va certamente verso un rinvio. Altrimenti si abbatterebbero su contribuenti e aziende richieste per oltre 50 miliardi, tagliando le gambe ai timidi segnali di crescita.

Il nuovo slittamento potrebbe essere di almeno due mesi ma non è escluso che possa arrivare fino a tutto settembre. Il governo ha infatti accolto durante l’esame del decreto Milleproroghe un ordine del giorno che bloccherebbe le notifiche fino al 30 settembre.

Il decreto Sostegno sarà la prima risposta alla crisi del governo Draghi. I vari ministeri hanno messo a punto le proprie richieste che con la pausa della crisi di governo si sono accumulate sulle scrivanie dei ministri. Sarebbero arrivate più di un centinaio di proposte ed è molto probabile che ci sarà una qualche scrematura. Alla messa a punto del testo lavorerà il ministero dell’Economia anche durante il weekend così da essere pronti la prossima settimana. E si ipotizza un testo con circa 25-30 interventi.

Il governo avrà a disposizione i circa 32 miliardi di “extradeficit” sul quale il Parlamento ha già dato il via libera e sui quali è arrivata anche l’autorizzazione di Bruxelles. E con il primo provvedimento potrebbero anche arrivare alcune scelte selettive. Draghi lo aveva detto parlando alle Camere: “uscire dalla pandemia non sarà come riaccendere la luce. Il governo dovrà proteggere i lavoratori, tutti i lavoratori, ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche. Alcune dovranno cambiare, anche radicalmente. E la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica económica dovrà affrontare nei prossimi mesi”.

Ecco allora che arriveranno fondi – utilizzando le risorse europeo di Sure – per ulteriore Cig. Si ipotizzano 8 settimane di cigo e 26 settimane di cig in deroga e assegno ordinario da utilizzare entro il 31 dicembre 2021. Altre risorse arriveranno per ristorare i lavoratori autonomi dal pagamento dei contributi previdenziali mentre per i lavoratori dello spettacolo e stagionali l’idea iniziale era quella di una indennità da 3.000 euro.

Sui ristori per le imprese l’ipotesi lasciata dal vecchio governo è quella di sostituire il meccanismo basato sui codici Ateco e di guardare alle perdite reali. C’è poi il capitolo sci, sul quale si è speso in particolare l’attuale ministro Garavaglia anche prima di indossare la maglia da ministro del Turismo, aveva chiesto interventi per 4 miliardi e mezzo.

Di sicuro ci saranno circa 800 milioni per sostenere il trasporto pubblico locale e forse 100 milioni per il trasporto aereo, che però non riguarderebbe Alitalia, un dossier che il nuovo governo deve affrontare prima con la commissaria Ue Vestager.

(di Corrado Chiominto/ANSA)

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