Covid: controlli Nas in bar ospedali, irregolari uno su tre

In una foto d'archivio controlli da parte degli ispettori del Ministero della Salute e del Nas dei Carabinieri nell'ospedale San Giovanni Bosco a Napoli
In una foto d'archivio controlli da parte degli ispettori del Ministero della Salute e del Nas dei Carabinieri nell'ospedale San Giovanni Bosco a Napoli, 10 Gennaio 2019. ANSA/CESARE ABBATE

ROMA. – Un terzo di bar e servizi di ristoro negli ospedali presenta qualche irregolarità, che in alcuni casi riguarda anche il rispetto delle norme anti Covid. E’ questo il risultato di una serie di controlli dei Carabinieri dei Nas realizzati di concerto con il ministero della Salute.

“Principale finalità del servizio – spiegano i Carabinieri – è la tutela del cittadino che, accedendo a tali centri per motivi sanitari, si possa rivolgere in sicurezza ai servizi di somministrazione di alimenti e bevande, sia in relazione alla salubrità dei prodotti consumati, sia alla protezione da possibili contagi da Covid-19”.

Gli interventi condotti negli ultimi giorni hanno interessato 382 esercizi di somministrazione di alimenti e bevande collocati in aree interne di strutture sanitarie, dei quali 132 hanno evidenziato irregolarità. Complessivamente sono stati deferiti alle Autorità giudiziarie 10 titolari di bar per detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione e per violazioni della disciplina sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, nonché sanzionati ulteriori 128 per violazioni amministrative, irrogando sanzioni pecuniarie pari a 125 mila euro.

“In 17 episodi – si legge nella nota – è stata rilevata la mancata attuazione di attività preventive alla diffusione del COVID-19, quali l’apposizione di cartelli indicativi del numero massimo di avventori ammessi nei bar e delle norme di comportamento degli utenti, della presenza di gel disinfettanti nonché la mancata esecuzione della pulizia e sanificazione dei locali. Nei casi più gravi è stato constatato il sovraffollamento di clienti nell’esercizio, e gravi inadempienze alle restrizioni in materia di contenimento, con l’adozione di provvedimenti sospensivi dell’attività di somministrazione”.

Ulteriori sanzioni sono state contestate per la carenza igienica degli ambienti di preparazione e vendita degli alimenti, la mancata indicazione agli utenti degli allergeni presenti negli alimenti offerti in vendita, e l’assenza di tracciabilità dei prodotti.

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