Vaccini: aziende pronte per principio attivo 4-8 mesi

Infermieri somministrano vaccini.
Infermieri somministrano vaccini.

ROMA. – La macchina per la produzione di vaccini anti Covid in Italia è pronta a mettersi in moto. Le aziende sono disponibili a scendere in campo e il governo è in prima linea con un ventaglio di strumenti normativi e finanziari.

E se per la fase di infialamento e finitura delle dosi, grazie all’eccellenza italiana, si può partire anche subito, si tratta ora di individuare le aziende che, per conto terzi, potranno produrre vaccini entro l’autunno.

Il passo avanti arriva dalla seconda riunione del tavolo sui vaccini, ospitato al Ministero dello sviluppo economico sotto la regia del ministro Giancarlo Giorgetti. Un incontro durato oltre un’ora, che ha visto riuniti gli stessi partecipanti della prima riunione (il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, il direttore generale Enrica Giorgetti, il direttore centro studi Carlo Riccini, il presidente dell’Aifa Giorgio Palù), con l’aggiunta del nuovo commissario per l’emergenza Paolo Figliuolo e del sottosegretario alla presidenza Franco Gabrielli.

L’analisi delle aziende che potrebbero essere coinvolte in questo progetto ha restituito un quadro confortante. Innanzitutto è stata verificata la disponibilità di alcune industrie a produrre i “bulk”, ossia il principio attivo e gli altri componenti del vaccino anti Covid, perché già dotate, o in grado di farlo a breve, dei necessari bioreattori e fermentatori.

La produzione, però, potrà avvenire a conclusione dell’iter autorizzativo da parte delle autorità competenti, in un tempo stimato di 4/6 mesi, fino ad 8 ha poi precisato il ministro in Parlamento.

É proprio su queste aziende che si concentrerà ora l’attenzione con l’avvio di una fase di verifica: il ministro ha infatti dato mandato ai diversi rappresentanti presenti competenti di procedere all’individuazione di contoterzisti in grado di produrre vaccini entro autunno del 2021.

Ma proprio sui nomi delle aziende nel mirino è stata imposta la consegna del silenzio: durante l’incontro, infatti, ha chiarito il Mise, si è deciso di “mantenere il massimo riserbo” sulle aziende che saranno coinvolte nel processo di verifica in corso.

Più semplice invece il coinvolgimento delle aziende italiane alla fase finale della filiera, ovvero l’inserimento delle dosi nelle fiale e il relativo confezionamento.  È stato infatti appurato che ci sono le “condizioni immediate” per avviare la fase dell’infialamento e finitura.

Tanto che, grazie all’eccellenza produttiva dell’Italia, infatti – sottolinea il Mise nel comunicato diffuso al termine dell’incontro – sono già pronte a partire molte aziende.

Per rafforzare ulteriormente tutto questo progetto, Giorgetti, che già nel primo incontro aveva sottolineato da parte del governo la totale disponibilità di strumenti normativi e finanziari per raggiungere l’obiettivo della produzione di vaccini in Italia, ha confermato oggi la volontà dell’esecutivo di realizzare in Italia un polo per la ricerca di farmaci e vaccini con investimenti pubblici e privati.

Nella riunione è stata anche “ribadita la volontà di partecipare al progetto europeo per il rafforzamento della produzione di vaccini” su cui domani Giorgetti si confronterà (alle 11 al Mise) con il commissario Ue Thierry Breton, responsabile della task force europea sui vaccini.

Una questione quella della Ue sulla quale torna ad intervenire il leader della Lega Matteo Salvini che  ha incontrato una delegazione di San Marino: “non possiamo aspettare la Ue altri 3 mesi”, dice, “Se San Marino finisce la vaccinazione ad aprile vuol dire che ha lavorato bene e noi dovremmo farlo meglio”.

Intanto, domani un tavolo con le parti sociali sui vaccini sui luoghi di lavoro è previsto con i ministri del Lavoro Andrea Orlando, della Salute Roberto Speranza, e dello Sviluppo Economico Giorgetti ed il Commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo.

(di Enrica Piovan/ANSA)

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