Le scuole verso lo stop, in pochi da lunedì in classe

Studenti del liceo Visconti a Roma in classe con la mascherina.
Studenti del liceo Visconti a Roma in classe con la mascherina. ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – L’epidemia si sta espandendo e con lei, ad un anno esatto dalla chiusura delle scuole decisa dal governo, crescono in maniera esponenziale gli istituti che chiudono i battenti: un numero esiguo di studenti è destinato a proseguire le lezioni in presenza a partire dalla prossima settimana, presumibilmente meno di due milioni su 8,3 totali.

Infatti, oltre a 5 Regioni con indici più alti – Emilia Romagna, Campania, Veneto, Friuli, Lombardia, e alle Province autonome di Trento e Bolzano – la situazione vede un peggioramento ovunque, solo la Sardegna rimane con un rischio basso, e il nuovo Dpcm prevede la Dad nelle zone rosse e in quelle ad alto rischio. In Trentino, però, malgrado la forte incidenza dei contagi, le scuole per ora rimangono aperte: lo ha ribadito il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti.

In Valle d’Aosta al momento le scuole sono aperte e solo i ragazzi delle superiori vanno in presenza al 50%. Scuole chiuse a Sanremo e Ventimiglia. In Piemonte didattica a distanza anche per materne ed elementari, in 20 distretti su 38; didattica a distanza dalla II media a Torino.

Scuole chiuse con tutti gli studenti in Dad da oggi in Lombardia. Didattica a distanza per gli studenti delle scuole medie e superiori e per le università a partire da lunedì prossimo in tutto il Friuli Venezia Giulia, come deciso dal governatore Massimiliano Fedriga. Il passaggio del Veneto in zona arancione non comporterà ancora chiusure delle scuole, “ma valuteremo i parametri fino in fondo”, ha annunciato oggi il presidente regionale Luca Zaia.

Nel Lazio il presidente Zingaretti ha già firmato l’ordinanza per la zona arancione nella provincia di Frosinone che ora rischia nuove misure, “se si dovessero superare i parametri previsti nel Dpcm, agiremo anche sulle scuole”, ha annunciato. Scuole in presenza in Umbria tranne le superiori ma proseguirà fino al 21 marzo la didattica “esclusivamente” a distanza per tutte le scuole della provincia di Perugia.

Da domani nelle Marche stop alla didattica in presenza per le scuole di ogni ordine e grado, comprese le Università ad Ancona e Macerata. Nelle altre province marchigiane – Ascoli Piceno, Fermo e Pesaro Urbino – si applicherà la Dad al 100% per medie e superiori e Università con l’esclusione dunque di Infanzia ed Primarie.

In Toscana scuole chiuse in alcuni comuni per alto numero di contagi. Scuole chiuse in Emilia a Modena, Bologna, Reggio Emilia, Ravenna e Cesena. Da domani chiuderanno anche asili e materne rimasti aperti in questi giorni per dare il tempo ai genitori di organizzarsi. Scuole chiuse anche in Campania e in Abruzzo (tranne in quelle dell’infanzia), e in Molise.

In Puglia in base alla ordinanza firmata a fine febbraio dal presidente Emiliano, fino al 14 marzo tutte le scuole di ogni ordine e grado dovranno adottare la didattica digitale integrata (Ddi) al 100%. Scuole chiuse anche in Basilicata. Scuole chiuse in Calabria a partire da lunedì e per due settimane, come deciso dal governatore facente funzioni Nino Spirlì.

La Sicilia resta in “zona gialla”, ma in attuazione del nuovo Dpcm scuole chiuse in 14 Comuni siciliani da lunedì 8 a sabato 13 marzo, come deciso dal presidente della Regione Nello Musumeci. Scuole superiori sarde pronte a riaprire lunedì 8 marzo al 100% in presenza, ma la Regione frena chiedendo maggiore “prudenza” per non vanificare gli effetti del cambio di colore.

(di Valentina Roncati/ANSA)

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