Aiuti e sanatoria partite Iva, nodo stralcio cartelle

Commercianti strappano cartelle esattoriali a Cremona.
Commercianti strappano cartelle esattoriali a Cremona. Archivio-(ANSA)

ROMA. – Contributi per le imprese fino a 150mila euro per coprire, almeno in parte, le perdite accumulate in un anno di pandemia. Da affiancare a una sanatoria ad hoc dei debiti con il fisco per le partite Iva più in difficoltà.

Prende forma il pacchetto di nuovi aiuti alle attività produttive che il governo punta a presentare la prossima settimana. I ministri sono tarati in linea di massima per giovedì ma non è escluso che possano esserci variazioni sulla tabella di marcia: ci sono contatti pressoché quotidiani tra il premier Mario Draghi e il ministro dell’Economia Daniele Franco, che nel pomeriggio ha riunito anche la nuova squadra dei sottosegretari per fare un punto prima di proseguire il confronto con gli altri ministeri su come indirizzare i 32 miliardi di extradeficit fin qui a disposizione.

Una parte andrà al rinnovato “congelamento” dei versamenti fiscali e delle rate della rottamazione fino a fine aprile, con contestuale ripresa, però, delle notifiche delle nuove cartelle.

Tra i nodi da sciogliere quello dello stralcio dei ruoli più vecchi, almeno quelli “fino a 5mila euro” ha chiesto Lega, come conferma Matteo Salvini. Non tutti i partiti della nuova larga maggioranza, però, vedono di buon occhio un intervento che cancelli i carichi pendenti tra il 2000 e il 2015 fino a quella cifra, che si tradurrebbe, soprattutto per le cartelle più recenti, in sostanza in un condono.

Nelle bozze la soglia è lasciata in bianco ma si quantificano i costi, da 730 milioni per cancellare quelle fino a 3mila euro a 3,7 miliardi per eliminare tutte le vecchie cartelle e liberare una volta per tutte il “magazzino” della riscossione. Una operazione che sarebbe accompagnata da un cambio di passo per l’intera macchina, con il “discarico” automatico di tutti i carichi affidati e non riscossi trascorsi 5 anni.

Le prime bozze del decreto, rinominato “Sostegni”, prevedono comunque una serie di interventi, dal finanziamento da 2,1 miliardi per farmaci e vaccini anti-Covid alle risorse aggiuntive per gli enti locali, che in larga parte ricalcano le misure messe in campo fin dalla scorsa primavera per tamponare i danni del virus all’economia.

La fetta più grossa, come per i decreti di emergenza del 2020 dovrebbe interessare il pacchetto imprese-lavoro, che dovrebbe assorbire almeno una ventina di miliardi.

Per proteggere i posti di lavoro dovrebbe essere rinnovato il finanziamento della Cig Covid per tutto il 2021, la Naspi dovrebbe essere prorogata per altri due mesi così come dovrebbero essere rinnovate le indennità per stagionali e lavoratori precari del turismo, dello spettacolo e dello sport.

Più fondi (si è ipotizzato 1 miliardo) dovrebbero arrivare anche per il Reddito di cittadinanza, dovrebbero essere prorogate le misure per i lavoratori fragili e anche i congedi straordinari per i genitori con i figli a casa per quarantena o scuola chiusa.

Più complesso l’intervento salva-imprese: le misure per la montagna (nella bozza si parla di un fondo ad hoc) sono ancora in via di elaborazione e si è visto più volte a via XX settembre il neoministro del Turismo, Massimo Garavaglia.

Per le partite Iva un punto fermo è la cancellazione dei codici Ateco. Per quelle fino a 5 milioni di fatturato si profila un intervento fotocopia di quello messo in campo con il decreto Rilancio, con contributi a fondo perduto tra 1000 e 150mila euro modulati in base al giro d’affari e alle perdite.

Nelle ultime bozze si ipotizza di pesare i cali di fatturato confrontando due bimestri (gennaio-febbraio 2019 con gennaio-febbraio 2021), ma in questi giorni si sono analizzati anche altri schemi, basati sulla media mensile di fatturato di tutto il 2019 rispetto a quelle di tutto il 2020.

A erogare i fondi potrebbe essere di nuovo l’Agenzia delle Entrate o potrebbe entrare in campo anche Sogei. Da vedere come intervenire per le imprese con fatturati che superano i 5 milioni e se introdurre anche il parametro dei costi fissi.

(di Silvia Gasparetto/ANSA)