Stralcio cartelle da 5000 euro costa subito 1,8 miliardi

Cartelle esattoriali.
Cartelle esattoriali. (ANSA)

ROMA. – Costerebbe 1,8 miliardi la cancellazione delle cartelle sotto i 5.000 euro inviate ai contribuenti tra il 2000 e il 2015, ma consentirebbe un recupero di efficienza negli anni successivi che farebbe calare il costo a 930 milioni alla fine del 2025. Il ”magazzino” del fisco si alleggerirebbe infatti di 61,5 milioni di atti di contestazione, rendendo più facile la riscossione successiva.

É questo uno dei dati elaborati dal governo per valutare il possibile “stralcio” delle richieste fatte nel passato ai contribuenti in vista della messa a punto del decreto Sostegni.

I partiti non sono ancora concordi sulla misura, tant’è che anche nella bozza circolata nelle ultime ore, non viene indicato un importo sotto il quale il governo potrebbe tirare un tratto di penna.

I conti sono però stati fatti su un ampio ventaglio di possibilità, dal mandare in soffitta le mini cartelle sotto i 3.000 euro al passare un colpo di spugna su tutto l’arretrato delle contestazioni inviate fino al 2015.

L’intervento meno oneroso per l’erario sarebbe quello di cancellare le cartelle fino a 3.000 euro: nel 2021 costerebbe 1,62 milioni, ma a fine 2025 avrebbe un “costo” stimato di 730 milioni e manderebbe al rogo 57,3 milioni di cartelle, lasciando nel “magazzino” del fisco 79,7 milioni di atti da inviare tra quelli successivi al 2015 e quelli precedenti superiori alla soglia scelta.

Nel confronto politico l’attenzione sembra essersi concentrata soprattutto sul “taglio” delle richieste sotto i 5.000 euro (compresi interessi e sanzioni). Rientrano in questo gruppo ben 61,5 milioni di cartelle e il costo stimato dell’operazione, a regime, sarebbe di 930 milioni, con un saldo negativo nel primo anno di 1,83 miliardi.

Di quest’ultimo importo, che avrebbe subito impatto sui conti di quest’anno,  700 milioni sarebbero cartelle fiscali, 460 milioni contestazioni Inps e Inail, il resto di 240 milioni altre iscrizioni a ruolo.

Le simulazioni del governo contengono anche il costo dell’operazione “colpo di spugna” per le richieste sotto i 10mila, 30mila e 50mila euro. E anche la possibilità di una cancellazione di tutti gli importi contestati tra il 2000 e il 2015.

Il “costo” è via via crescente, ma non in modo esponenziale.  Se si guarda al 2021 si passa dai 2,08 miliardi delle cartelle fino a 10.000 euro ai 2,3 dei 30 mila euro, ai 2,5 miliardi dei 50 mila euro. Alla fine del 2025, con la maggiore efficienza recuperata, il costo totale sarebbe peró rispettivamente di 1,53, di 2,08 e di 2,34 miliardi.

Lo “stralcio” totale tra il 2000 e il 2015 avrebbe invece un costo immediato di 3,31 miliardi e a fine 2025 di 3,76 miliardi. Ma consentirebbe di gettare al rogo 70,5 milioni di cartelle. Di certo, però, gli esattori non rimarrebbero disoccupati: nel magazzino del fisco ne rimarrebbero ancora 66,5 milioni da riscuotere.