Alitalia: governo e Ue al lavoro, serve discontinuità

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ROMA. – Il governo Draghi e l’Ue impegnati a lavorare “insieme” e a procedere nel segno della “discontinuità” per far decollare in tempi rapidi la nuova Alitalia.

Questi i due punti principali emersi da un primo confronto che i ministri dell’Economia Daniele Franco, delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, e dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, hanno avuto con la Commissaria Ue per la Concorrenza, Margrethe Vestager.

L’incontro, avvenuto online, è stato definito “positivo” da entrambe le parti e i quattro “hanno concordato di lavorare insieme in modo costruttivo per trovare soluzioni praticabili al dossier di Alitalia”.

E così già all’inizio della prossima settimana verrà avviato un “confronto tecnico” per valutare nel dettaglio le possibili soluzioni volte a garantire che il nuovo vettore aéreo “nasca al più presto nel rispetto delle procedure del diritto nazionale ed europeo”, hanno sottolineato in una nota congiunta i tre ministri.

A questo punto l’ipotesi più rapida per far decollare Ita è cedere la parte aerea, ossia slot, piloti e assistenti di volo, direttamente alla newco mentre un punto interrogativo resterebbe sugli altri rami d’azienda della vecchia Alitalia come i servizi di terra (handling) e la manutenzione.

Questi due settori, all’inizio, potrebbero essere legati a Ita con contratti di servizio tra la newco e l’amministrazione straordinaria.  Quindi il commissario Giuseppe Leogrande, che da ora in poi sarà affiancato da Daniele Santosuosso, ordinario di diritto commerciale a “La Sapienza” e Gabriele Fava, esperto giuslavorista, procederebbe con un bando di gara.

Qualche giorno fa Giorgetti ha detto che dal precedente governo è stato ereditato un piano che “è continuamente aggiornato e rivisto” ed infatti in base agli ultimi aggiornamenti, i numeri della newco si sono decisamente ridotti con una flotta, inizialmente di 52 aerei, che dovrebbe scendere a 45-48 aerei e di conseguenza, i 5.200-5.500 dipendenti previsti in un primo tempo dovrebbero calare sotto le 5.000 unità, dagli attuali 10.500.

Alla luce dell’incontro tra i tre ministri e la commissaria Ue, i sindacati hanno fatto sentire la propria voce con la Uiltrasporti che chiede al governo una convocazione “urgente” al tavolo.

“Il sindacato deve essere coinvolto nelle scelte come ci era stato promesso”, sottolinea la Uiltrasporti, ribadendo che “è necessario dare avvio ad una compagnia di bandiera adeguatamente dimensionata” con “un piano industriale che le possa permettere di svilupparsi mantenendo nel perímetro aviation, manutenzione ed handling”.

E il deputato di LeU, Stefano Fassina, avverte che la discontinuità non deve fare rima con “spezzatino” e dunque vendita a pezzi di Alitalia. “La discontinuità si deve manifestare nell’investimento sulle rotte internazionali, nel rilancio dell’attività di manutenzione, nella valorizzazione dell’handling”, spiega Fassina, chiedendo al più presto un’audizione in Parlamento di Franco, Giorgetti e Giovannini.

Nel frattempo a far rimescolare le carte in tavola potrebbe essere Usaerospace, che a marzo dell’anno scorso ha espresso interesse per la ex compagnia di bandiera. “Ho chiesto un incontro al governo per potere dimostrare la serietà, anche finanziaria, del nostro piano industriale”, ha detto la presidente della società, Michele Roosevelt Edwards, ribadendo di essere “pronta ad investire 1,5 miliardi di dollari” nella nuova Alitalia.

“Credo fortemente che la pandemia abbia azzerato ogni gap competitivo di Alitalia e che oggi la compagnia possa aspirare ad essere leader se saprà cogliere questo irripetibile momento favorevole”, ha aggiunto la presidente, spiegando che questa “opportunità sarà più facilmente raggiungibile se la nuova Alitalia si costituirà attraverso un forte partenariato fra Usaerospace e un Ente pubblico che possa essere la catena di trasmissione degli indirizzi politici del governo all’interno della strategia aziendale”.

(di Alfonso Abagnale/ANSA)

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