Papa Francesco: cinque anni di Instagram, sette milioni di giovani follower

Il post in cui Papa Francesco sale da solo al Sagrato della Basilica di San Pietro, in una piazza vuota, lo scorso 27 marzo 2020, in occasione dello storico momento speciale di preghiera in piena pandemia; più di un milione di 'like' e 24.200 commenti
Il post in cui Papa Francesco sale da solo al Sagrato della Basilica di San Pietro, in una piazza vuota, lo scorso 27 marzo 2020, in occasione dello storico momento speciale di preghiera in piena pandemia; più di un milione di 'like' e 24.200 commenti. (Profilo Instagram @franciscus)

CITTA DEL VATICANO. – Un 19 marzo in Vaticano all’insegna delle celebrazioni: otto anni dall’inizio del pontificato di Papa Francesco, che ha ricevuto anche gli auguri del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’onomastico festeggiato dal Papa emerito Joseph Ratzinger, e anche il via all’Anno della Famiglia, un periodo in cui la Chiesa ripercorrerà, ad ogni livello, le indicazioni della Amoris Laetitia per costruire una pastorale familiare quanto il più possibile inclusiva e tanto più necessaria in questo tempo di pandemia.

Tra gli anniversari c’è però anche quella dello sbarco di Francesco sul social dei giovani, Instagram. Con l’account @franciscus il 19 marzo del 2016 iniziava appunto l’avventura su questa rete, fatta di immagini e poche parole. Oggi a seguirlo sono 7.722.000 persone, soprattutto in Brasile, Stati Uniti, Colombia e Italia, in un’età compresa per lo più tra i 25 e i 34 anni.

La foto più popolare di questi cinque anni è quella in cui Papa Francesco sale da solo al Sagrato della Basilica di San Pietro, in una piazza vuota, lo scorso 27 marzo 2020, in occasione dello storico momento di preghiera in piena pandemia; più di un milione di ‘like’ e 24.200 commenti.

Un altro esempio più recente è il viaggio in Iraq, che ha avuto su Instagram 17 milioni di visualizzazioni e due milioni di interazioni con i contenuti. Il Papa oggi è tornato a parlare della famiglia, con un messaggio all’evento che ha aperto l’anno dedicato alla Amoris Laetitia.

Ha chiesto a sacerdoti e vescovi di prendersi cura delle fragilità e delle ferite e ha ribadito che occorre farsi “carne” nella quotidianità e non invece proporre “una dottrina calata dall’alto”. Ma ha anche ribadito i ‘paletti’ del matrimonio che non risponde alla “dittatura delle emozioni” ma è “un progetto di Dio, da vivere con totalità, fedeltà e gratuità”.

La Parola di Dio è “esigente”, ha sottolineato. Una linea, questa, che lo ha portato allo stop, qualche giorno fa, alle benedizioni per le coppie gay che spontaneamente si cominciavano a impartire in alcune chiese, soprattutto nel Nord Europa. Una decisione contro la quale si è levata la voce del vescovo di Anversa, monsignor Johan Bonny.

“Provo una vergogna indiretta per la mia Chiesa” e “vorrei chiedere scusa a tutti coloro per i quali questo è doloroso e incomprensibile”, ha detto il vescovo che nell’ottobre 2015, in rappresentanza della Conferenza episcopale del Belgio, aveva preso parte al Sinodo dei vescovi su matrimonio e famiglia a Roma. “Il documento della Congregazione per la Dottrina della Fede – dice Bonny – mina l’annunciato anno di lavoro con Amoris Laetitia”, cominciato appunto oggi.

(di Manuela Tulli/ANSA)