Coronavirus in Italia: oltre 21.000 casi e ancora tanti decessi

Tecnici ed infermieri al lavoro per allestire nuovi posti nei reparti di terapia intensiva dell'ospedale modulare Covid dell'Ospedale del Mare e Napoli
Tecnici ed infermieri al lavoro per allestire nuovi posti nei reparti di terapia intensiva dell'ospedale modulare Covid dell'Ospedale del Mare e Napoli 20 ottobre 2020 ANSA / CIRO FUSCO

ROMA. – Più di 21.000 casi positivi al virus SarsCoV2 e ancora tanti decessi: l’epidemia di Covid-19 in Italia continua a viaggiare su numeri molto elevati, anche se si intravede qualche segnale positivo, come la possibilità che le terapie intensive possano raggiungere il picco ormai a giorni, mentre per il picco dei decessi potrebbe volerci ancora una settimana.

Segnali positivi anche per quanto riguarda l’indice di contagio Rt, che nelle analisi di più esperti mostra segni di tendenza alla diminuzione. I dati del ministero della Salute indicano che i casi positivi sono stati 21.267, il 13% in più rispetto ai 18.765 di 24 ore prima. Sono stati individuati grazie a 363.767 tamponi, fra molecolari e antigenici rapidi, contro i 335.189 del giorno precedente.

Di conseguenza il tasso di positività è salito al 5,8%, lo 0,2% in più rispetto al 5,6% di 24 ore prima; calcolando invece il rapporto fra i casi positivi e i soli tamponi molecolari il tasso di positività è del 9%, con una flessione del 2%. I decessi sono stati 460: il 17% in meno rispetto ai 551 di 24 ore prima: un numero ancora elevato che costituisce un “dato atteso”.

Riflette infatti l’aumento dei casi positivi avvenuto circa 20 giorni fa, ma che è stato comunque rallentato grazie alla vaccinazione di molti anziani e che si avvia verso il picco, atteso fra circa una settimana, rileva il fisico Giorgio Sestili, fondatore della pagina Facebook ‘Coronavirus – Dati e analisi scientifiche’ e del network di comunicazione della scienza ‘giorgiosestili.it’.

“Nelle ultime settimane, osserva ancora l’esperto, “la letalità si è leggermente ridotta, posizionandosi sotto il 2 %, mentre in precedenza era sopra di almeno il 2%”. Per quanto riguarda la situazione nelle unità di terapia intensiva, i ricoverati sono complessivamente 3.588: 42 più in 24 ore nel saldo giornaliero tra entrate e uscite, pari a un incremento dell’1%. Gli ingressi giornalieri sono stati 300, in lieve flessione rispetto ai 317 del giorno precedente. I ricoverati nei reparti Covid sono complessivamente 28.438 persone, con un incremento di 10 unità in 24 ore.

Tra le regioni, a registrare il maggiore incremento giornaliero è la Lombardia, con 4.282; seguita da Piemonte (2.223), Campania (2.045), Veneto (2.042), Emilia Romagna (1.725), Toscana (1.197), Lazio e Puglia (1.709 ciascuno). È possibile osservare che” in varie regioni e province autonome le misure di contenimento hanno avuto i primi effetti positivi”, dice il fisico Roberto Battiston, dell’Università di Trento, coordinatore dell’Osservatorio dei dati epidemiologici in collaborazione con Agenas.

Per il fisico l’indice di contagio Rt è pari a 1,07 ed è in calo. “La situazione è stazionaria, ma in via di miglioramento”, scrive il fisico sul suo sito. “Si inziano infatti a vedere segni di stabilizzazione e di discesa dell’indice Rt” e “a partire da martedì-mercoledì – prosegue – ci si aspetta di vedere gli effetti sugli Rt delle regioni rosse attivate lunedì 15 marzo”.

Segnali positivi anche dalle analisi di Sestili: “Veniamo da diverse settimane di un consistente aumento dei casi positivi, arrivati a incrementi settimanali superiori al 20% e sappiamo – osserva – che l’andamento dei decessi segue quello dei casi positivi a distanza di 20 giorni. Nell’ultima settimana abbiamo però assistito a un calo del 2%: questo significa che abbiamo raggiunto il picco e che i casi hanno smesso di crescere”.

C’è però da notare, rileva il fisico, che “i decessi non sono aumentati in modo proporzionale ai casi”. Questo è accaduto perché le vaccinazioni degli anziani hanno rallentato almeno parzialmente la crescita.

(di Enrica Battifoglia/ANSA)

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