Coronavirus in Italia: in 24 ore 23.696 nuovi casi e 460 morti

A Napoli strade deserte per il lockdown anti-Covid.
A Napoli strade deserte per il lockdown anti-Covid. ANSA/CESARE ABBATE

ROMA. – Aumentano i casi positivi al virus SarsCoV2 in Italia, vicini a 23.700, mentre l’indice di contagio Rt scende a 1: un segnale che invita all’ottimismo in una situazione senza dubbio molto difficile e complessa, nella quale l’epidemia di Covid-19 viaggia su numeri ancora molto alti e la pressione dei ricoveri si fa sentire sul Servizio Sanitario Nazionale.

I dati del ministero della Salute registrano un incremento di 23.696, rispetto ai 21.267 del giorno precedente; sono stati rilevati con 349.472 tamponi, fra molecolari e antigenici rapidi, in lieve calo rispetto ai 363.767 del giorno precedente. Il tasso di positività, calcolato facendo il rapporto tra casi positivi e totale dei tamponi è salito dal 5,8% al 6,8%.

Stazionario invece il numero dei decessi: anche oggi sono stati 460: un numero decisamente alto. Sono complessivamente 3.620 i ricoverati nelle unità di terapia intensiva, 32 in più in 24 ore saldo giornaliero tra entrate e uscite, e i nuovi ingressi sono stati 260, 40 in meno rispetto al giorno precedente. I ricoverati nei reparti ordinari sono in totale 28.424, appena 14 in meno in 24 ore.

Fra le regioni, la Lombardia ha registrato in un giorno un incremento di 5.046 casi, seguita da Piemonte (2.582), Emilia Romagna (2.070), Campania (2.068), Lazio (2.055), Puglia (2.033), Veneto (1.861) e Toscana (1.518).

Ci troviamo in una “situazione incerta e delicatissima, stretta fra l’esigenza di tenere basso il contagio e quella di far riprendere l’economia e l’attività scolastica” e nella quale non va dimenticato che ci troviamo in presenza di “un serbatoio di una grandissima quantità di infetti attivi”, osserva il fisico Roberto Battiston, dell’Università di Trento e coordinatore dell’Osservatorio dei dati epidemiologici in collaborazione con Agenas.

Sono suoi i calcoli secondo i quali l’indice Rt è sceso a 1. “Il valore di Rt è riferito a quattro giorni fa e probabilmente nei prossimi giorni è destinato a scendere, se la situazione del colore delle regioni rimarrà la stessa”, ha osservato il fisico, che monitora l’epidemia usando i dati della Protezione Civile con risultati simili a quelli dell’Istituto Superiore di Sanità e Fondazione ‘Bruno Kessler’, che usano un metodo di calcolo basato su dati non disponibili al pubblico.

Al momento, prosegue il fisico, “l’unica possibilità concreta è accelerare con i vaccini, abbassando in questo modo Rt sotto la soglia di guardia”. Di fatto, osserva “siamo ancora nel pieno dell’epidemia e un valore di Rt appena sotto uno ci dice che l’epidemia, anche se non cresce ulteriormente, non se ne sta andando. Essendo nel pieno dell’infezione dominata dalla variante inglese l’unica soluzione per tenere Rt sotto 1 sembra proprio siano le zone rosse”.

I vaccini giocano un ruolo di primo piano nel controllo della pandemia anche per il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, secondo il quale “”già a 3 o 4 settimane dalla somministrazione dalla prima dose si ottiene una copertura elevata e sei difeso dalla malattia”. E sugli anziani: “Siamo vicini a 3 milioni di anziani vaccinati over 80 con almeno una dose” e “realisticamente per metà aprile tutti gli over 80 che desiderano esser vaccinati avranno ricevuto almeno una prima dose”.

Mette l’accento sul ruolo importante delle misure di contenimento dell’epidemia la Fondazione Gimbe, che nel suo monitoraggio relativo alla settimana dal 17 al 23 marzo rileva che “grazie alle restrizioni nel pieno della terza ondata di Covid-19 si intravedono i primi segnali di miglioramento: dopo quattro settimane consecutive si inverte il trend dei nuovi casi settimanali e si riduce l’incremento percentuale dei nuovi casi”.