Coronavirus: tre milioni immunizzati, arriva un milione dosi Pfizer

Al via l'hub vaccinale dell'aeroporto di Fiumicino.
Al via l'hub vaccinale dell'aeroporto di Fiumicino. ANSA/ TELENEWS

ROMA. – Nel giorno in cui l’Italia supera i 3 milioni di vaccinati con due dosi – quindi immunizzati – circa il 5 per cento della popolazione – un altro dato dà il senso di quanto è necessario vaccinare in fretta: 529 morti in 24 ore (esclusa la Sicilia, in panne per lo scandalo dei numeri manipolati), l’80% dei quali sono sempre ultraottantenni, secondo le statistiche.

Il ritardo nel somministrare anche agli over 70 si spera di recuperarlo allargando la platea dei vaccinatori – con l’accordo con le farmacie attivo da maggio, ma anche con le ostetriche e i biologi – e dei siti vaccinali – altri 420 ne annuncia il commissario all’emergenza Francesco Figliuolo, compresi edifici della Conferenza episcopale (Cei).

Le dosi sono in arrivo in modo massiccio, come ripetuto più volte, ma la media giornaliera di somministrazioni per ora non supera le 235-240 mila di media, scendendo ancora poco sopra i 150 mila la domenica. L’obiettivo restano 500 mila e più vaccinazioni al giorno ad aprile e l’80% degli italiani immunizzati entro settembre, ribadisce il generale in audizione parlamentare.

Ci sono attualmente – secondo i dati online del governo – 1,5 milioni di dosi in frigo da utilizzare, in gran parte per richiami Pfizer e Moderna, più 2,8 milioni in arrivo, per un totale di 4,3 milioni solo a marzo. Oltre un milione di dosi di Pfizer vengono consegnate in queste ore. Secondo Figliuolo, “siamo di fronte ad un cambio di passo nella campagna vaccinale che sta portando i primi risultati: le forniture complessive di vaccini nel solo mese di marzo ammontano a oltre 7,6 milioni di dosi, sul totale di 14,2 milioni realizzato nel primo trimestre”.

Al totale indicato nel piano del ministero della Salute manca quasi un milione e mezzo di dosi. I ritardi nella vaccinazione sono comuni a tutti i grandi Paesi europei, Francia, Spagna e Germania in testa assieme all’Italia, mentre la Gran Bretagna fa storia a sé.

Una peculiarità italiana continua forse ad essere la grande disparità tra le Regioni nella vaccinazione, specie degli over 80, categoria tra le più fragili. Ieri secondo il database del ministero ne sono stati vaccinati 18.442 in Veneto e appena 942 in Toscana (un dato perfino più basso del solito). L’impressione è che le regioni più in affanno non stiano per ora recuperando.

La Sardegna ha finora vaccinato con due dosi appena il 7,2% degli ultraottantenni, la Toscana il 12,5%, la Calabria il 16,3%, a fronte di una media italiana del 25,6%. Alcune Regioni negli ultimi giorni hanno peraltro contestato i dati governativi online, considerati poco aggiornati – tra loro la Liguria e informalmente la Puglia -fornendone altri migliori. Ma la forbice tra territori resta evidente.

Domani Figliuolo e il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio saranno in Lombardia per l’avvio del nuovo sistema di prenotazione dopo i guai delle ultime settimane. “E’ la Regione che ha vaccinato di più – la incoraggia Curcio -, l’85% delle dosi ricevute, la sua performance condiziona molto la campagna nazionale”.

Insomma se si accelera a Milano e nelle altre province i numeri migliorano molto. Resta aperta una questione delicata, l’utilizzo delle dosi residue a fine giornata. “Vaccinare chi passa”, aveva detto Figliuolo al suo esordio in tv, per dire di non sprecare una sola fiala.

Curcio invoca regole chiare per somministrarle comunque alle categorie destinatarie “e non ai ventenni”. Per il capo della Protezione civile le persone che aspettano fuori dei centri nella speranza di rimediare un vaccino a fine turno “fanno perdere la fiducia della gente”.

(di Luca Laviola/ANSA)

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