Festa del Friûl, uno Stato durato quasi 350 anni

Festa del Friûl, la bandiera con l'aquila imperiale.
Festa del Friûl, la bandiera con l'aquila imperiale.

TRIESTE. – L’aquila d’oro del Principato patriarcale di Aquileia ha volteggiato per quasi 350 anni, dal 3 aprile 1077 al 1420, poi si è posata e non si è più alzata in volo. Pochi anni e molto lontani nel tempo, tuttavia sufficienti per creare uno spirito che – complice anche la conformazione orografica – si è perpetrato fino ad oggi. Ed oggi la comunità friulana in quella breve esperienza vuole riconoscersi. E festeggia la Fieste de Patrie dal Friûl – Festa della Patria del Friuli.

Caparbietà, coesione, alacrità sono stati il motore che ha trasformato villaggi di persone dispersi tra montagne spesso oggetto di invasione, in un gruppo caparbio e desideroso di riscatto sociale, prima di tutto nei confronti della splendente e imperiale Trieste, dove in tanti scendevano dal Friuli per svolgere mansioni sdegnate dai giuliani.

Il terremoto del 1976 ispirò in queste genti un moto d’orgoglio sintetizzato nel ‘fasin di bessoi’ (facciamo da noi) ricostruendo l’urbanistica, trasformando l’economia e rafforzando la coesione. La legge sulle minoranze linguistiche (482/1999) ha dato una nuova marcia al percorso di riconoscimento sociale sancendo, unico esempio insieme con il sardo, il friulano come lingua.

Un elemento importante: il Presidente del Consiglio regionale a Udine per le celebrazioni, dice: “Non c’è Friuli senza friulano”. Poco importa che lo Stato friulano non esista, l’ostinazione con la quale l’Arlef, Agenzia regionale per la lingua friulana, perpetra la diffusione del friulano e la traduzione di testi, è un risultato tangibile. E in regione, dopo che la guerra ha strappato l’Istria alla provincia di Trieste, il Friuli fa sentire il suo peso numerico anche in termini elettorali.

Ha un’altra grande forza questa comunità: i fogolars furlans, i friulani all’estero, gruppi formatisi con l’emigrazione. Una rete mondiale che ha mantenuto uno stretto rapporto con la ‘madre patria’, quel Friuli dove ogni anno le famiglie dall’estero mandano in studio i propri rampolli.

Hanno perfino una bandiera i friulani, sostengono che sia la settima più antica d’Europa: un’aquila gialla dai rostri rossi, in campo azzurro, ed è quella che sventola sul pennone del castello di Udine. Non ci sono toni trionfalistici né assolutamente nazionalistici o di discriminazione etnica, piuttosto un legame con le proprie radici.

Profonde evidentemente: il video che circola per celebrare le Fieste è stato visto in tutto il mondo e ha superato 1,2 milioni di visualizzazioni. Considerando che la popolazione del Fvg conta 1,2 milioni, sottraendo 200 mila triestini, parte dei goriziani e dei pordenonesi e altri, il conto è presto fatto.

(di Francesco De Filippo) (ANSA)

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