Biden accelera, vaccino per tutti entro il 19 aprile

Il presidente americano Joe Biden saluta ad un soldato mentre scende sall'aereo.
Il presidente americano Joe Biden. scende dal Air Force One. Archivio. (ANSA)

WASHINGTON.  – Joe Biden accelera sul fronte della lotta alla pandemia e rivede ancora una volta la tabella di marcia: tutti gli americani saranno dichiarati vaccinabili entro il prossimo 19 aprile, due settimane prima la precedente scadenza che era stata fissata per il primo maggio.

Un obiettivo possibile grazie alla velocità con cui oramai si sta andando in tutti gli stati Usa, con una media giornaliera di tre milioni di dosi iniettate su scala nazionale.

In pratica, come sottolineano i Cdc, la massima autorità sanitaria federale, ogni stato ha oramai assicurato almeno una dose ad un quarto della sua popolazione, con 62,4 milioni di persone oramai completamente vaccinate in tutto il Paese, il 19% della popolazione americana.

L’ambizioso target fissato da Biden settimane fa, 200 milioni di dosi da somministrare nei primi 100 giorni della sua amministrazione, sembra oramai a portata di mano. E questo accende grandi speranze anche all’estero, dove sul fronte delle forniture di vaccino si spera arrivi un maggior contributo da parte degli Usa.

Ma la Casa Bianca continua a predicare cautela perchè, nonostante la campagna di vaccinazione vada più spedita del previsto, la quarta ondata della pandemia negli Usa resta dietro l’angolo. Ne sono la dimostrazione il diffondersi di varianti del virus molto più contagiose e un nuovo balzo dei casi dopo che nella prima parte dell’anno la curva era stata portata in discesa.

Si tratta di un aumento dei contagi legato anche ai diversi stati che hanno allentato, se non abolito del tutto, le restrizioni. E in alcuni casi hanno cancellato anche le più semplici regole, come l’obbligo di indossare la mascherina o quello del distanziamento sociale.

“La guerra contro il virus non è ancora finita, resta molta strada da fare”, il monito che il presidente americano continua ossessivamente a ripetere, puntando il dito contro i troppi americani che oramai si comportano come se la pandemia fosse finita.

A sperare in un surplus di dosi negli Usa non solo l’Europa, mma soprattutto i Paesi più poveri dove ancora non si sta facendo mquasi nulla, nonostante il programma internazionale Covax  per mun accesso equo ai vaccini. “Stiamo valutando diverse opzioni mper condividere e fare di più con gli altri Paesi”, ha massicurato Antony Blinken, promettendo che l’America non chiederà “favori in cambio”.

E intanto il segretario di stato ha nominato una ‘zarina’ Usa per i vaccini all’estero. Gayle Smith, nella presidenza Obama ex numero uno per l’agenzia federale per gli aiuti internazionali (Usaid), sarà coordinatrice per la risposta globale al Covid e alla sicurezza sanitaria. Esperta di Paesi in via di sviluppo ultimamente aveva guidato ‘ONE’, la campagna sostenuta dalla rockstar degli U2 Bono Vox per combattere la povertà estrema nel mondo.

Intanto il virologo Anthony Fauci, consulente del presidente americano, ha spiegato come difficilmente il governo americano imporrà il passaporto vaccinale. Mentre un primo segnale di ritorno alla normalità arriva dal Texas, dove la partita di baseball tra i Texas Rangers e i Toronto Blue Jays si è giocata, per la prima volta dopo più di un anno, davanti a un pubblico di oltre 40 mila tifosi. Unico obbligo, indossare la mascherina.

(di Ugo Caltagirone/ANSA).

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