Letta blinda Speranza: “Nessuno lo tocchi”

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Il ministro della Salute Roberto Speranza (S), il leader della Lega Matteo Salvini (D), al Meeting di Rimini, 21 agosto 2020. ANSA/ PASQUALE BOVE

ROMA. – Il Pd blinda Roberto Speranza. In questi giorni, il ministro è nel mirino del centrodestra di governo, per la sua linea ritenuta eccessivamente rigorista in tema di riaperture. Tanto che sono circolate voci, poi smentite da Palazzo Chigi, che la poltrona del titolate del dicastero della Salute fosse in bilico.

Per dimostrare il sostegno del partito, Enrico Letta ha incontrato Speranza e subito ha twittato: “Abbiamo fatto il punto su campagna vaccinale e piano di riaperture in sicurezza, in pieno accordo sull’analisi della situazione e la linea da tenere”.

Il più duro con il ministro della Salute è Matteo Salvini: “Sarà il tempo a giudicare come ha gestito la pandemia, come siamo arrivati a un numero di morti che ha pochi paragoni al mondo”. Ma il Nazareno ha fatto da scudo: “Lo attacca usandolo come capro espiatorio – è stato il ragionamento – Ma è un modo per cercare di distogliere l’attenzione dal calo di consensi che sta subendo non solo dentro il centrodestra, ma anche all’interno del suo stesso partito”.

La posizione del Pd è chiara: “Supporto totale a Speranza, nessuno lo tocchi”. Il nuovo scontro fra il Pd e Lega è arrivato nel giorno in cui sia Letta sia Salvini usano parole simili sul nuovo scostamento da 40 miliardi. “Scelta importante”, ha detto il segretario dem. E Salvini: “Bene così”.

Per il Pd è stato anche il giorno della maratona promossa da Goffredo Bettini e dal suo “laboratorio di idee” Le Agorà che – hanno spiegano gli organizzatori – non vuol essere una nuova corrente. “Il nostro obiettivo – ha detto Bettini – è rafforzare il Pd. Aiutare lo sforzo del nuovo segretario Enrico Letta, per renderlo più ampio, radicato, plurale”.

Poi, una replica a chi ha accusato Le Agorà per un passaggio sulla caduta del governo Conte: “Abbiamo scritto che è stata determinata da una convergenza di interessi nazionali e internazionali. Quasi una ovvietà, che si è trasformata per amore di polemica nella nostra denuncia di un presunto complotto. La parodia di un pensiero, con il quale non si è in grado di confrontarsi”.

Con Le Agorà, le anime del Pd e della sinistra si sono confrontate on line, in una sorta di Ulivo 2.0 che ha visto scorrere sulla stessa schermata Dario Franceschini e Andrea Orlando, il leader di Articolo Uno Roberto Speranza e quello di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni.

L’immagine d’insieme ha ricordato un po’ quell’alleanza a cui punta Enrico Letta, un centrosinistra largo che dialoghi con il M5s. E infatti, al prossimo appuntamento, in programma il 29 aprile, si confronteranno il segretario dem e il Giuseppe Conte.

“Io sono contento che Goffredo abbia fondato la sua corrente”, ha detto Orlando, perché “il problema sta nella fragilità del partito non nel ruolo delle correnti”. E poi: “Siamo stati immedesimati completamente nell’establishment”, ha aggiunto, ora “bisogna risolvere il tema della nostra identità”. Mentre Franceschini ha rilanciato la necessità di “costruire uno schieramento in grado anche di vincere” contro le destre”.

Per Speranza, “ci sono beni pubblici fondamentali che non possono essere delegati al mercato” e anche su questi temi si deve “fronteggiare una destra capace in questi anni di rappresentare le angosce dei ceti più fragili”. Il nodo alleanze si affaccia nel Manifesto de Le Agorà: il Pd deve essere “cosciente di non essere in grado di occupare tutto lo spazio dell’alternativa alla destra. Alleato, dunque, e concorrente con altre formazioni politiche. A partire dal M5s”.

(di Giampaolo Grassi/ANSA)