Duhamel cede e confessa gli abusi sul figliastro

Il politologo francese Olivier Duhamel.
Il politologo francese Olivier Duhamel. (Ansalatina)

PARIGI. – Olivier Duhamel non nega più. Davanti alla polizia, il politologo più famoso di Francia finito nella bufera con l’accusa di aver violentato il figliastro “Victor” Kouchner negli anni Ottanta, quando il ragazzo aveva 14 anni, ha confessato tutto.

Lo ha fatto dopo due mesi di inchiesta seguita alle accuse lanciate contro di lui dalla sorella della vittima, Camille Kouchner, ne “La Familia grande”, un libro che ha fatto tremare i vertici delle elite di quegli anni e in particolare quelli legati agli ambienti della facoltà universitaria parigina di Sciences Po.

69 anni, ex eurodeputato, Duhamel è scomparso dalla scena pubblica dopo essersi dimesso da tutti gli incarichi in seguito alla pubblicazione del libro della sorella gemella di “Victor” (nome di fantasia), Camille. I due hanno oggi 45 anni e fino ad ora avevano tenuto il segreto.

Victor però, dopo l’interrogatorio nell’ambito dell’inchiesta, ha sporto denuncia contro il patrigno. Lui è figlio dell’ex ministro degli Esteri socialista e medico umanitario Bernard Kouchner e della professoressa di diritto Evelyne Pisier (morta nel 2017), che si era risposata con Duhamel ed aveva fatto sempre pressioni su tutta la famiglia affinché nulla trapelasse degli abusi.

Duhamel aveva finora negato tutto con decisione, denunciando anzi “attacchi personali” che lo avevano spinto a dimettersi dalla presidenza di influenti organizzazioni come la Fondazione nazionale di Scienze Politiche o il club di intellettuali  “Le Siècle”. Ha smesso pure di comparire – come faceva spessissimo – in tv e come lui si è dimesso anche Frédéric Mion, direttore di Sciences Po a Parigi, e l’ex ministra socialista Elisabeth Guigou, due personaggi a lui particolarmente vicini.

Un vero terremoto per l’ambiente della gauche di quegli anni, libertaria ed elitista, mentre sui social infuriava una nuova ondata di #metoo sul tema dell’incesto.  Personaggi come l’attore Richard Berry, l’artista Claude Léveque, il produttore Gérard Louvin, sono alcuni fra i denunciati da figli o minori che frequentavano le loro famiglie. Tutti incoraggiati dal libro di Camille Kouchner.

Sul piano politico, la vicenda ha rilanciato il dibattito sulla prescrizione delle violenze sui minori. Il presidente Emmanuel Macron ha chiesto una “consultazione” pubblica per rafforzare la legge che punisce i responsabili: “Non sarete mai più soli – ha detto Macron in un video postato sui social e indirizzato alle vittime di questi casi – siamo qui. Vi ascoltiamo, vi crediamo”. (di Tullio Giannotti/ANSA).