Sì del Senato per la cittadinanza a Zaki. In Aula Liliana Segre

In una foto d'archivio una manifestazione a favore della liberazione di Patrick Zaki.
A cardboard cutout of Patrick Zaki during the silent flashmob to demand the release of the researcher Patrick Zaki from jail in Egypt, Rome, Italy, 23 February 2020. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

ROMA. – Il Senato chiede al Governo di conferire la cittadinanza italiana all’egiziano Patrick Zaki, studente dell’università di Bologna, da 432 giorni rinchiuso nel carcere di Tora a Sud del Cairo con l’accusa di “incitamento alla protesta” e “istigazione a crimini terroristici”. Ha 28 anni e rischia 25 anni di reclusione.

La richiesta di palazzo Madama arriva sotto forma di due mozioni (Pd e M5s) convertite poi in un ordine del giorno unificato votato da 208 parlamentari. Per bussare forte alle porte dell’Egitto si muove anche la senatrice a vita Liliana Segre, che con i suoi 90 anni arriva a Roma, nonostante le limitazioni anti-Covid, solo per dare una speranza allo studente egiziano.

“Sarò sempre presente quando si parla di libertà – afferma Segre – Ricordo cosa si prova da innocente in prigione”. Nessuno in Senato vota contro Zaki cittadino italiano, ma in 33 si astengono, tra questi i 20 parlamentari di Fratelli d’Italia, sollevando dubbi sull’opportunità politica della cittadinanza. Il timore è un “effetto controproducente per lo stesso Zaki”, spiega Alberto Balboni di FdI, “potrebbe insospettire e irrigidire ulteriormente le autorità egiziane”.

Anche il sottosegretario agli esteri Marina Sereni, pur ribadendo l’impegno del Governo a “seguire il caso con la massima attenzione”, sottolinea in Aula che “l’attribuzione della cittadinanza è una misura simbolica”, “priva di effetti pratici a tutela dell’interessato”.

Perplessità anche da Forza Italia che tuttavia vota a favore “per ribadire l’inviolabilità dei diritti umani riconosciuti”.

Convinti della decisione presa M5s e Pd. Dai pentastellati arriva l’appello a puntare dritto sull’obiettivo della liberazione. Il leader dem Enrico Letta scrive “l’unanimità dimostra l’impegno di tutta l’Italia. Non molliamo”. Ettore Rosato vicepresidente della Camera, fa notare che su questo caso non c’è “alcun colore politico”.

Anche la Lega appoggia la richiesta di cittadinanza, ma mette in guardia: “Non vorremmo che quella cittadinanza italiana che non fu in grado di proteggere Regeni sia oggi un ulteriore fardello sulle spalle di Patrick Zaki”. “L’Egitto sappia che su Regeni lo Stato italiano farà luce fino in fondo. Come non smetterà di chiedere la liberazione di Patrick Zaki”, scandisce il presidente della Camera Roberto Fico. Per il dem Verducci, “la reclusione di Zaki rende più profonda la ferita del sequestro, della tortura, dell’omicidio di Giulio Regeni”. Il leghista Stefano Candiani invita a “non farne uno scontro tra Italia-Egitto”.

Infine punta l’indice contro un certo lassismo italiano il senatore Sandro Ruotolo del Misto che ricorda: “sta facendo rotta verso l’Egitto la seconda fregata Fremm, destinata alla marina egiziana e stiamo sostenendo nei fatti il regime egiziano con forniture militari. Non si possono vendere armi a un paese dove si violano i diritti umani e civili”.

Per Patrick, fermato la mattina del 7 febbraio 2020 all’aeroporto del Cairo, dove arrivava da Bologna per una visita alla propria famiglia, i senatori non chiedono solo la cittadinanza italiana, ma vogliono un impegno del governo a sollecitarne la liberazione, a monitorare le udienze processuali e le condizioni di detenzione, ad attivarsi a livello europeo e in vista del G7 per la tutela dei diritti umani nei Paesi dove persistono violazioni.

Intanto settantadue organizzazioni non governative hanno chiesto alle autorità egiziane il “rilascio immediato e incondizionato” di Patrick Zaki.

(di Simonetta Angeloni Dezi/ANSA)