Porta: “Più attenzione delle autorità sul fronte delle tutele e dei vaccini”

MADRID – La diffusione dei contagi, la presenza di nuove varianti, e le difficoltà obiettive che presenta la “vaccinazione di massa”, in particolare in paesi meno sviluppati e con una sanità precaria, non cessano di preoccupare. E di destare allarme. Se ne fa eco anche l’On. Fabio Porta, profondo conoscitore della situazione delle nostre comunità d’oltre oceano.

In un comunicato, l’ex parlamentare del Partito Democratico, coordinatore Pd in Sud America, si fa portavoce delle profonde preoccupazioni che desta il dilagare incontenibile della Covi-19 in Brasile.

“Alle autorità italiane – scrive – è ben noto il dramma che sta vivendo in questi mesi il Brasile, con la recrudescenza della pandemia a causa di alcune varianti e della criticità in alcuni Stati del suo sistema sanitario; prova ne sono le restrizioni, a volte applicate con eccessiva severità e inflessibilità, ai viaggi da e per quel Paese”.

Suggerisce che, “sul versante della tutela dei nostri connazionali e di quanti sono esposti per motivi diversi all’aggressivo dilagare dei contagi”, corrisponsa un analogo livello di comprensione da parte delle istituzioni italiane.

“Le nostre strutture consolari e tutto il personale che vi lavora – sottolinea – vanno protette e tutelate, tenendo in considerazione accanto alla dovuta continuità dei servizi ai connazionali la doverosa attenzione alla salute degli impiegati”.

Sostiene che “rimandare totalmente a quanto disposto dalle normative locali, come disposto dall’art. 263 comma 4 del DL Rilancio, le determinazioni in materia di presenza in ufficio del personale rischia nel caso del Brasile di esporre centinaia di persone a rischi che sarebbe saggio evitare”.

A suo giudizio, quindi, risulta “condivisibile l’allerta diramato dal sindacato Confsal Unsa del Maeci e rivolto alle autorità politiche e di governo”.

L’on. Porta esprime preoccupazione per quanto avviene all’estero, soprattutto nei Paesi più colpiti dalla pandemia. In particolare in America Latina, le strutture sanitarie mostrano sempre più chiari segnali di criticità.  Quindi, suggerisce, andrebbe disposta “una verifica non soltanto della possibilità di vaccinare gli iscritti AIRE temporaneamente in Italia ma anche tutti i connazionali che – temporaneamente all’estero per motivi di studio, lavoro o volontariato – avessero difficoltà a partecipare alle locali campagne di vaccinazione”.

Redazione Madrid

Lascia un commento