Covid: emergenza Sud mondo, solo 0,2% di dosi ai Paesi poveri

Dottoressa inietta il vaccino ad un indigeno in Brasile
Dottoressa inietta il vaccino ad un indigeno in Brasile. (VaticanNews)

ROMA. – Nord e Sud del mondo più lontani che mai. La pandemia da Covid-19 ha reso ancora più evidenti le differenze tra Paesi a medio ed alto reddito, dove si è concentrata la maggiore disponibilità dei vaccini anti-SarsCoV2, e quelli a basso reddito. A questi ultimi, infatti, è giunto solo lo 0,2% delle dosi ad oggi disponibili.

Un divario che rischia di aggravare l’epidemia a livello mondiale, oltre che mettere a rischio la vita di milioni di persone in alcune aree del globo. Ong e comitati lanciano l’allarme e, in vista delle prossime riunioni dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) del 5 e 6 maggio, ribadiscono la richiesta urgente di moratoria sui brevetti per i vaccini.

Che il Sud del mondo ed i Paesi più poveri rappresentino un’emergenza sul fronte del contenimento della pandemia lo testimoniano i numeri, denuncia il Comitato Italiano per l’Iniziativa dei Cittadini Europei ‘Right2cure-No profit on pandemic’ (di cui la Cgil fa parte con un centinaio di realtà associative), che ha avviato una Campagna con l’obiettivo di raccogliere 1 milione di firme per chiedere all’Ue di modificare gli accordi commerciali e sospendere i brevetti di vaccini e farmaci anti-Covid.

Sono infatti un miliardo e 134 milioni le dosi di vaccino somministrate in tutto il mondo, delle quali più del 20% – 240 milioni – negli Stati Uniti. Circa 272 milioni sono le persone che hanno completato il ciclo vaccinale, pari al 3,5 % della popolazione mondiale. Ma l’83% delle vaccinazioni realizzate, evidenzia il Comitato, è in paesi ad alto e medio reddito. Solo lo 0,2% delle dosi è stato invece somministrato nei Paesi a basso reddito.

Il risultato è che se in nord America 47 persone su 100 hanno ricevuto almeno una dose di vaccino e in Europa il 30 per cento, la percentuale scende drasticamente in Asia, dove ha ricevuto almeno una dose il 12% della popolazione. In Africa si registra la situazione più critica: è stato immunizzato con almeno la prima dose solo l’1,3 per cento dei cittadini.

Dall’azienda farmaceutica Moderna, che ha stretto un accordo di fornitura con Gavi (l’Alleanza Mondiale per Vaccini e Immunizzazione), arriva però una buona notizia: fino a 500 milioni di dosi del vaccino COVID-19 Moderna saranno destinate al programma COVAX per contribuire a porre fine alla pandemia proprio nei paesi a più basso reddito.

34 milioni di dosi cominceranno a essere consegnate nel quarto trimestre del 2021, con una opzione per COVAX fino a ulteriori 466 milioni di dosi nel 2022. Le dosi sono fornite al prezzo più basso e l’accordo copre i 92 paesi Gavi COVAX a basso e medio reddito, inclusa l’India.

In questo contesto, il prossimo WTO potrebbe dunque rappresentare “l’ultima chiamata”, un punto di non ritorno: “Il 5-6 maggio il premier Mario Draghi sostenga la proposta di moratoria dei brevetti già avanzata da India e Sud Africa – afferma Vittorio Agnoletto, portavoce della Campagna Europea Right2Cure -. La sospensione temporanea dei brevetti sui vaccini è l’unica scelta da fare con urgenza, perché solo così si può consentirne la produzione a livello mondiale in tutte le aziende che ne abbiano le tecnologie”.

Inoltre, le oltre 200.000 morti in India rappresentano, sottolinea, “un paradosso sconvolgente e devono pesare nelle scelte dei governi perché da un lato l’India è storicamente uno dei maggiori produttori ed esportatori al mondo di vaccini, ma non può usufruirne liberamente, dall’altro la tragedia in atto può portare ad una ulteriore penuria di vaccini, con conseguenze catastrofiche nelle altre regioni del pianeta”. Ciò mentre le cifre attuali della pandemia appaiono spaventose e inarrestabili, con 152 milioni di infetti e oltre 3.200.000 decessi.

(di Manuela Correra/ANSA)

Lascia un commento