Razzo cinese in caduta incontrollata, come nel 2020

La mappa delle orbite percorse nel 2020 dallo stadio del razzo Lunga Marcia 5B (fonti: Aerospace Corp.)
La mappa delle orbite percorse nel 2020 dallo stadio del razzo Lunga Marcia 5B (fonti: Aerospace Corp.)

ROMA. – Un relitto spaziale che cade in modo incontrollato sulla Terra solo a un anno da un episodio simile e un asteroide, che per fortuna non esiste, che minaccia di cadere sulla Terra nell’arco di sei mesi: il primo è un evento reale, che a metà della prossima settimana potrebbe tradursi in una pioggia di frammenti in un’area ancora imprecisata della Terra; il secondo è una simulazione, fondamentale per prepararsi ad affrontare un’eventuale emergenza planetaria come potrebbe essere l’impatto di un asteroide sul nostro pianeta.

In entrambi i casi ‘prepararsi’ è la parola d’ordine. Lo stanno facendo i ricercatori che nei prossimi giorni continueranno a seguire le orbite percorse dallo stadio principale del razzo cinese Lunga Marcia 5B che il 29 aprile aveva portato in orbita il nucleo della stazione spaziale cinese e che ora sta cadendo in modo incontrollato verso la Terra.

È una storia che si ripete, visto che nel 2020 il componente analogo dello stesso modello del più grande razzo cinese è andato in pezzi nell’impatto con l’atmosfera e i frammenti sono caduti su alcuni villaggi dell’Africa occidentale. Nel 2018 era stata la vecchia stazione spaziale cinese a piroettare verso la Terra tenendo tutti col fiato sospeso.

Segnalata da diversi siti internazionali, la notizia della caduta fuori controllo dello stadio del razzo è stata confermata all’ANSA da Luciano Anselmo, dell’Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Isti-Cnr) di Pisa.

Il fatto è, rileva Anselmo, che “dopo il lancio lo stadio del razzo è stato abbandonato nell’orbita e non dà più segni di vita”. Si comporta cioè come un “veicolo passivo” e l’unica influenza che subisce è “il freno dell’atmosfera, che lo sta facendo ricadere vero la Terra”.

Ad avvalorare i sospetti della caduta incontrollata c’è l’orbita, “analoga sia a quella percorsa nel 2020 dal suo predecessore e nel 2018 dal prototipo della vecchia stazione spaziale cinese. Attualmente – osserva – la caduta potrebbe avvenire nella fascia compresa fra 41,5 gradi a Nord e 41,5 gradi a Sud, e che comprende anche l’Italia centrale e meridionale”.

È presto però per trarre qualsiasi conclusione in quanto l’orbita potrebbe subire delle variazioni. “Il rientro – osserva l’esperto – è probabile a metà della prossima settimana, con un’incertezza di alcuni giorni”.

Nel frattempo ci si prepara anche ad altre minacce che arrivano dal cielo, come hanno fatto gli esperti di Nasa e Agenzia Spaziale Europea (Esa) nell’affrontare il finto asteroide 2021PDC, distante 57 milioni di chilometri e con il 5% di probabilità di colpire la Terra intorno al 20 ottobre 2021.

Nella simulazione, organizzata nell’ambito della Conferenza sulla difesa planetaria dell’Accademia internazionale di Aeronautica, tutti i partecipanti hanno cominciato a ricevere continui aggiornamenti sull’asteroide, la sua posizione, le sue dimensioni, la probabile area d’impatto sulla Terra.

“Ogni volta che partecipiamo a un esercizio simile – ha detto Lindley Johnson, della difesa planetaria della Nasa – impariamo di più sui principali attori nell’eventualità di un impatto disastroso, capiamo chi ha bisogno di sapere che cosa e quando”.

(di Enrica Battifoglia/ANSA)

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