L’Unione Europea punta sul sociale: “Solidarietà tra generazioni”

Emmanuel Macron, Antonio Costa, David Sassoli, e Ursula von der Leyen durante l'inaugurazione del Future of Europe.
Emmanuel Macron, Antonio Costa, David Sassoli, e Ursula von der Leyen nella giornata della Festa dell'Europa in occasione della cerimonia per il lancio della Conferenza sul futuro dell'Ue. EPA/JULIEN WARNAND

BRUXELLES. – Dall’unione economica e politica a quella sociale. L’Europa guarda al suo futuro invocando una maggiore solidarietà ed un patto tra le generazioni, una veloce ripresa economica ed un rilancio del mercato del lavoro sostenibile e inclusivo, ma anche una riforma dei Trattati alla base della stessa Unione.

All’indomani del vertice europeo a Porto – dove i 27 si sono confrontati sulle conseguenze economiche emerse dalla crisi pandemica rilanciando gli obiettivi del pilastro sociale e di un welfare europeo, tema quest’ultimo sostenuto con forza dal premier Mario Draghi – oggi i leader delle tre istituzioni europee hanno proseguito sullo stesso lavoro incontrandosi di persona a Strasburgo nella giornata della Festa dell’Europa in occasione della cerimonia per il lancio della Conferenza sul futuro dell’Ue.

Certo all’orizzonte si profilano nuove scintille con i Paesi ‘frugali’, con la capofila Olanda che già ieri si è messa di traverso sulla proposta di rendere strutturale il fondo Sure contro la disoccupazione. Ad aprire oggi i lavori nell’emiciclo del Parlamento europeo è stato il presidente francese Emmanuel Macron che ha più volte evocato il concetto di “solidarietà”, difendendo l’efficacia della risposta europea alla crisi del Covid-19 ed invitando poi l’Ue a “decidere più velocemente e più forte” in futuro.

“La nostra Unione ha bisogno di un nuovo respiro democratico e questo è il senso della Conferenza del futuro dell’Europa”, ha sottolineato il capo dell’Eliseo precisando che “in questa crisi si è affermato un modello europeo”, quello appunto della solidarietà.

A fargli eco il presidente dell’Eurocamera David Sassoli, convinto che alla fine della pandemia la “solidarietà europea sarà necessaria più che mai per le conseguenze della crisi”. Ma Sassoli ha insistito anche su un altro tema non meno importante, quello dell’aggiornamento dei Trattati europei. Un dibattito sul quale serve “coraggio, senza tabù”.

In questa prospettiva Sassoli ha ricordato la necessità di rafforzare la capacità e la centralità del Parlamento Ue, aumentare la trasparenza delle elezioni e anche abbordare la questione del voto all’unanimità in seno al Consiglio.

“Questa pandemia ci ha rubato esperienze ed emozioni, divertimento e amicizie, l’opportunità di crescere, per imparare e correre dei rischi. E ha portato tante persone a sentirsi ansiose, sole”, ha ricordato invece la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, invocando anch’essa “una nuova forma di solidarietà e di giustizia sociale tra le generazioni”. La politica tedesca nelle sue conclusioni ha poi citato lo scrittore Antoine de Saint-Exupery: “Il più bel mestiere dell’uomo è il mestiere di unire gli uomini, sta a noi continuare a farlo”.

Sul palco anche il premier portoghese Antonio Costa in rappresentanza del Consiglio che ha posto l’accento sul fatto che questa Conferenza è un “atto di fiducia che rivolgiamo a tutti gli europei”. E sono proprio gli europei i protagonisti ed i primi destinatari di questa Conferenza sull’avvenire dell’Ue, la grande consultazione cittadina che contempla una serie di dibattiti e discussioni avviati su iniziativa dei cittadini e che consentiranno a chiunque in Europa di condividere le proprie idee e contribuire a plasmare il futuro comune.

“Oggi celebriamo la nostra storia, le nostre radici e, soprattutto, il nostro futuro. Ai giovani italiani ed europei chiediamo: costruiamolo insieme”, ha scritto su Twitter il sottosegretario agli Affari europei Enzo Amendola. Ad invocare meno centralismo da parte di Bruxelles è stato invece il gruppo dei conservatori e riformisti Ecr al Parlamento europeo, che per bocca dei suoi co-presidenti ha chiesto che si tenga conto delle esigenze degli Stati membri e delle democrazie nazionali. La parola adesso passa ai cittadini.

(di Giuseppe Maria Laudani/ANSA)

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