Fondi montagna e sgravi turismo, tensione sui ristori

Un ristoratore di fronte al suo negozio a Roma.
Un ristoratore di fronte al suo negozio a Roma. (ANSA)

ROMA.  – Ristori praticamente automatici, con lo stesso meccanismo utilizzato finora sulla base del fatturato, o in tempi più lunghi ma meglio calibrati sui dati degli utili: la questione del sistema dei contributi a fondo perduto è molto tecnica ma, di ora in ora, sta facendo salire la tensione sul decreto Sostegni bis nella maggioranza, alle prese in parallelo anche con le

Nelle intenzioni del governo dovrebbe essere approvato in un Consiglio dei ministri giovedì ma già non si esclude che ci possa essere qualche piccolo slittamento: la Lega insiste, con il ministro allo Sviluppo Giancarlo Giorgetti capofila, per affiancare gli utili al fatturato ma il Mef frena e ha proposto uno schema con una doppia opzione ma sempre sulla base del fatturato per non perdere uno dei fattori chiave dei ristori erogati fin qui, quello di riuscire a garantire i bonifici in poche settimane.

I contatti tra i ministeri sono continui ma un incontro risolutivo ancora non ci sarebbe stato. Era stato lo stesso Mario Draghi, peraltro, a lanciare l’idea di utilizzare un diverso criterio, “in modo da vedere esattamente – aveva detto – i soggetti più colpiti dalla pandemia”. E ora  il ventaglio di ipotesi su cui sono state fatte tutte le simulazioni aspetta l’esame di Palazzo Chigi e un confronto politico che potrebbe arrivare già domani, quando è convocata la cabina di regia sulle riaperture.

L’impianto del provvedimento, per il resto, è pressoché pronto e ricalca in gran parte le misure messe in campo dall’inizio della pandemia fino all’ultimo decreto Sostegni, che ha appena incassato la fiducia al Senato: accanto a nuove misure per la sanità – compreso un apposito codice di esenzione Covid per esami e cure senza pagare il ticket per chi è stato ricoverato per il virus – e al pacchetto di garanzie per la liquidità delle imprese.

Tra le novità ci saranno il taglio delle tasse e la garanzia sui mutui per l’acquisto della prima casa per gli under 36 e un pacchetto turismo che conterrà altri 100 milioni per la montagna, altri due mesi di indennità per gli stagionali (e per i lavoratori dello spettacolo e dello sport).

Ma si stanno studiando, annuncia il ministro del Lavoro Andrea Orlando, “alcuni elementi di supporto al turismo anche in termine di sgravi fiscali per l’occupazione e chi fa rientrare i dipendenti dalla cassa integrazione”.

Se sul fronte delle cartelle si dovrebbe andare verso un nuovo stop fino a fine maggio e poi da giugno una semplificazione per l’accesso ai piani di rate per le partite Iva con cali del 30%, dopo settimane di preparazione – il Parlamento ha dato l’ok allo scostamento da 40 miliardi il 22 aprile – resta ancora da sciogliere il nodo degli indennizzi, la misura principale e la più corposa.

Per questi nuovi ristori, conferma il sottosegretario all’Economia Alessandra Sartore, ci saranno altri “14 miliardi”, mentre l’intero pacchetto per le imprese ne vale oltre 22 tra credito di imposta per gli affitti, nuova Ace, e ristori veri e propri. Sul meccanismo però, le valutazioni sono in corso e “ci sarà una valutazione definitiva fatta dal consiglio dei ministri”.

Per superare lo scoglio dei tempi lunghi, l’idea lanciata da Giorgetti è quella di un sistema di acconto, subito, sempre sulla base del fatturato, e di un saldo più avanti quando saranno disponibili i dati dei bilanci o delle dichiarazioni dei redditi per le partite Iva in contabilità semplificata.

Ma, avverte sempre Sartore, c’è anche un problema di reale convenienza, se ci sarà “un differenziale positivo o negativo” per l’azienda. Perché nel fare i conti delle perdite bisognerà anche stornare i costi fissi che sono stati coperti da qualche forma di aiuto nell’ultimo anno.

(di Silvia Gasparetto/ANSA).