Altro colpo alla libertà di stampa, sequestrata la sede di El Nacional

CARACAS – Dopo l’assurda multati 13 milioni di dollari  decisa dal Tribunale Supremo di Giustizia del Venezuela ai danni del giornale “El Nacional”, le autorità giudiziarie accompagnate da agenti della Guardia Nazionale hanno proceduto al sequestro dell’edificio sede del quotidiano “El Nacional” e dei beni che erano al suo interno. È stata dunque bloccata l’attività del personale incaricato della pubblicazione di uno dei giornali più antichi e importanti del Venezuela. “El Nacional” fu fondato nel 1943 dall’insigne scrittore Miguel Otero Silva insieme al padre Henrique Otero Vizcarrondo. Oggi la direzione è responsabilità di Miguel Henrique Otero, figlio di Miguel Otero Silva.

Con questa azione ha avuto luogo un’ulteriore violazione alla libertà di stampa.

Immediate le reazioni nazionali ed internazionali.

“È parte dello schema impiegato dal governo – ha scritto Juan Guaidó nel condannare il sequestro di “El Nacional” -. Non sono state sufficienti la censura, l’acquisto di media da parte di prestanomi, le persecuzioni e gli arresti di giornalisti. Neanche lo è stato rendere la carta inaccessibile a molti mezzi di comunicazione… ora si sequestra la sede di un Giornale che da 77 anni informa con la verità”.

Dal canto suo, Miguel Henrique Otero, editore del quotidiano, ha denunciato con un tweet il sequestro dei beni di “El Nacional” sottolineando che “è un’ulteriore prepotenza che va denunciata al mondo”

“Vogliono eliminarci, chiuderci definitivamente – ha detto -. Vogliono cancellarci”.

Il “Tribunal Cuarto de Municipio Ordinario y Ejecutor de Medidas de la Circunscripción Judicial del Área Metropolitana” di Caracas ha eseguito la sentenza del “Tribunal Supremo de Justicia” che ha condannato il prestigioso quotidiano a risarcire,  con oltre 13 milioni di dollari, il vicepresidente del “Psuv”, Diosdato Cabello. “El Nacional”, come anche “Talcual” e “La Patilla”, era stato accusato di aver riportato la notizia, pubblicata da agenzie stampa e media stranieri, in cui si accusava il numero due del “Psuv” di presunto traffico di droga.

Reazione Caracas