Gay sempre più discriminati, più ricatti e minacce

#DirittoDiessere

ROMA. – Sempre più ricatti e minacce, sempre più mobbing e discriminazioni sul lavoro ed anche sul web che in tempo di pandemia ha sostituito le strade. L’omofobia continua a mietere vittime e mentre la politica dibatte e si divide sull’opportunità di approvare anche in Senato ddl Zan, i dati raccolti nell’ultimo anno dal servizio di Gay Help Line, il contact center contro l’omofobia e transfobia, vengono definiti “allarmanti” da chi raccoglie questi Sos.

Ancora più preoccupanti se si considera l’età: oltre il 60% degli oltre 20 mila giovani che chiamano ogni anno la linea telefonica ha tra i 13 ed i 27 anni. Durante il periodo covid, i ricatti e le minacce subiti dalle persone Lgbt dall’11% sono schizzati al 28%; i casi di mobbing e discriminazioni sul lavoro dal 3% sono lievitati fino al 15%. A tutto ciò si aggiunge che il 30% degli studenti Lgbt che ha contattato la linea telefonica ha spiegato di aver subito episodi di cyberbullismo e hate speech online.

Per i giovani gay, lesbiche o bisex le discriminazioni cominciano in famiglia: nell’ultimo anno il 50% degli utenti ha cominciato ad avere problemi dopo essersi dichiarato ai genitori. Una percentuale che sale al 70% se a fare ‘coming out’ sono giovani trans. Ben il 36% dei minori Lgbt ha visto il rifiuto da parte dei familiari o dei propri pari, mentre 17% dei ragazzi maggiorenni hanno subito la perdita del sostegno economico dalla famiglia.

Dunque è un quadro fosco quello che emerge nella 31esima Giornata Internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia considerando che il 2021 è l’anno in cui, secondo Ilga Europe, l’Italia scende al 35° posto della classifica dei Paesi Europei per politiche a tutela dei diritti umani e dell’uguaglianza delle persone Lgbt+.

Da Arcigay, arrivano altri dati poco confortanti: una violenza di stampo omotransfobico si consuma ogni tre giorni. Come ogni anno Arcigay pubblica, in occasione del 17 maggio, un report in cui diffonde il numero dei casi censiti dalla rassegna stampa degli ultimi dodici mesi: quest’anno sono 120.

Per correre ai ripari l’Unar del Dipartimento per le Pari Opportunità, in collaborazione con il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha lanciato la campagna di comunicazione “#DirittoDiessere” con uno spot trasmesso sulle rete Rai e sui canali social dell’Unar per “promuovere la cultura del rispetto e della non discriminazione, riflettendo sugli stereotipi e sui pregiudizi per prevenire e contrastare ogni forma di odio e violenza nei confronti delle persone Lgbt’, mentre la ministra alle Pari Opportunità e alla Famiglia Elena Bonetti ha ribadito che è in programma l’adozione della nuova Strategia Nazionale pluriennale per la tutela dei diritti delle persone Lgbti.

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