Primi passi per l’acciaio green, test con gas e idrogeno

Bobine di acciaio in un deposito.
Bobine di acciaio nel deposito della Volkswagen. EPA/DAVID HECKER

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ILANO. – L’acciaio green muove i primi passi. Nello stabilimento Forgiatura A. Vienna del gruppo Giva, a Rho (Milano), è stato realizzato con successo il primo test a livello globale di utilizzo di una miscela di gas naturale e idrogeno al 30% nei processi di forgiatura utilizzati nella lavorazione dell’acciaio su scala industriale.

Protagoniste della sperimentazione sono Snam, che ha sviluppato e promosso il progetto, la multinazionale Rina, che ha curato le prove di laboratorio, e il Gruppo Giva.

La prova tecnica, arrivata dopo studi e test in laboratoro durati un anno, ha previsto l’utilizzo del mix idrogeno-gas per riscaldare i forni dell’impianto del Gruppo Giva. L’utilizzo della miscela, fornita dalla società Sapio, ha consentito di effettuare il test senza alcuna modifica impiantistica e non ha avuto impatti sulle apparecchiature in uso (bruciatori industriali) e sulle caratteristiche del prodotto finale.

“L’idrogeno può diventare nel medio-lungo termine la “soluzione per decarbonizzare il settore siderurgico e tutte le industrie con un consumo intensivo di energia”, afferma Marco Alverà, amministratore delegato di Snam.

Questa sperimentazione è una tappa propedeutica alla “progressiva introduzione di idrogeno a zero emissioni, prima in blending con il gas naturale e poi in forma pura, in alcuni processi di produzione dell’acciaio”, aggiunge.

Il potenziale del progetto in termini di sostenibilità ambientale e competitività economica è rilevante. Si stima infatti che l’utilizzo permanente di una miscela del 30% di idrogeno verde, ottenuto cioè con fonti rinnovabili, sul totale del gas consumato dai tre stabilimenti di forgiatura del Gruppo Giva porterebbe a una riduzione delle emissioni di Co2 nell’ordine delle 15.000 tonnellate annue, l’equivalente di circa 7.500 auto.

Il conseguente risparmio economico sulle quote Co2 emesse sarebbe pari a circa 800.000 euro annui (al valore attuale di acquisto delle quote). La soluzione garantirebbe anche la valenza ed integrità del processo di produzione di forgiati in acciaio e la sostenibilità in termini ambientali.

Per il nostro “gruppo l’idrogeno può rappresentare un grande alleato”, sostiene Jacopo Longhi Vienna del gruppo Giva.

In prospettiva, l’idrogeno verde rappresenta la soluzione ideale per la produzione e lavorazione di acciaio a zero emissioni di Co2. La sperimentazione fatta è la “dimostrazione concreta che la filiera italiana dell’idrogeno può contribuiré significativamente a decarbonizzare settori energivori e complessi come quello siderurgico”, conclude Ugo Salerno, presidente e amministratore delegato di Rina.

Del resto dell’utilizzazione dell’Idrogeno per la produzione di acciaio si parla insistentemente anche per l’ex stabilimento Ilva di Taranto. Un punto sul quale insiste in modo particolare il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani.

(di Massimo Lapenda/ANSA).

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