Sudan: scarcerato dopo 70 giorni Marco Zennaro

L'imprenditore italiano Marco Zennaro.
L'imprenditore italiano Marco Zennaro. (ANSA)

VENEZIA.  – Riassapora un pezzo di libertà, non ancora la fine dell’incubo, l’imprenditore italiano Marco Zennaro, da oltre due mesi detenuto in Sudan dopo essere stato accusato di truffa per la vendita di una partita di trasformatori elettrici con un mediatore locale.

Dopo 70 giorni di promesse e marce indietro da parte delle autorità di Khartoum, gli sforzi della diplomazia italiana sono valsi la scarcerazione del connazionale dalla cella di sicurezza del commissariato dopo aver provato anche la detenzione nel carcere vero e proprio della capitale.

La notizia tanto attesa dalla famiglia di Zennaro, originario del veneziano, l’ha data a metà mattina la Farnesina.

L’imprenditore, ha annunciato il ministero degli Esteri, è stato rilasciato in attesa degli sviluppi dei vari contenziosi a suo carico, già nei prossimi giorni. In sostanza, pur non trovandosi più in una situazione detentiva, il 46enne non è ancora libero.

Si trova però alloggiato in albergo, in condizioni perciò imparagonabili con la cella sovraffollata del commissariato: 30 persone, nessun letto, un solo bagno e una temperatura sui 50 gradi.

La scarcerazione è arrivata nel quadro di un lungo negoziato costantemente seguito dall’ambasciatore a Khartoum e dal direttore generale per gli Italiani all’estero Luigi Vignali, che si era già recato in missione in Sudan nelle scorse settimane su indicazione del ministro Di Maio. Zennaro, come detto, dovrà comunque restare nel Paese africano per affrontare le varie cause che lo vedono coinvolto.

Domani dovrebbe essere atteso da una nuova udienza in sede civile. Durante queste settimane, l’ambasciatore italiano in Sudan Gianluigi Vassallo si è rivolto in più occasioni alle massime autorità della repubblica africana per lamentare le “inaccettabili condizioni” in cui era rinchiuso il connazionale.

Negli ultimi giorni la spinta del Governo italiano si era fatta più forte. Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro aveva reso noto di essersi incontrato a Roma per sollecitare nuovi interventi per la liberazione dell’imprenditore. Il governatore Luca Zaia era in contatto costante con il ministro Luigi Di Maio. E, sotto traccia, i segnali di sviluppi positivi  filtravano.

Il responsabile della Farnesina ha espresso soddisfazione per questo primo passo in avanti. “Il connazionale Marco Zennaro, in carcere in Sudan da circa due mesi, è stato rilasciato – ha scritto su Fb Di Maio -. Rimarrà in Sudan in attesa degli sviluppi sui contenziosi che lo riguardano. Ringrazio tutte le strutture del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale coinvolte, in particolare il nostro ambasciatore in Sudan Vassallo, che dal primo istante sta seguendo il caso con il massimo impegno, e il direttore generale Luigi Vignali, al quale avevo chiesto nei giorni scorsi di recarsi in missione sul posto. Continuiamo a seguire da vicino la situazione”.

E di “bella notizia e motivo di sollievo” ha parlato vice ministra degli Esteri Marina Sereni, evidenziando che questo è stato possibile “grazie all’impegno di tanti che lavorano alla Farnesina e che ringrazio. Non mancherà la stessa attenzione per il seguito della vicenda”.

“Tiriamo un primo respiro di sollievo – ha detto il governatore Zaia – perché Marco esce da un regime carcerario disumano al quale è stato costretto e adesso se ne va in albergo. Dopo di ciò l’obbiettivo è riportarlo a casa”.

L’imprenditore veneziano è accusato di truffa perché, dopo aver concordato la vendita di una partita di trasformatori elettrici con un mediatore locale, aveva visto dichiarare quegli strumenti “non conformi” in seguito ad analisi di laboratorio che, secondo Zennaro, sarebbero state parziali perché effettuate da una ditta concorrente.

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