Venezuela: Stretta sulle Ong

Il capo chavista Diosdado Cabello: "Le Ong sono strumenti di desestabilizzazione, molte incluso terroriste".

CARACAS. – Il regime di Nicolás Maduro non demorde nel suo impegno per azzittire qualsiasi tipo di dissidenza politica e protesta sociale in Venezuela. Ora stringe il cerchio sulle Organizzazioni non Governative che, con le loro denunce, svolgono un ruolo decisivo nella lotta contro le reiterate violazioni dei diritti umani. I loro rapporti hanno portato il Governo alle porte di un’indagine condotta dalla Corte Penale Internazionale.

I nuovi provvedimenti e il progetto di legge, presentati di recente, sono orientati ad indebolire economicamente e ad ostacolare il lavoro di circa 700 Ong impegnate nella difesa dei diritti civili e sociali con attività che interessano spesso aiuti umanitari e sanitari.

Due procedimenti e una minaccia

A seguito delle proteste contro un primo provvedimento che obbliga le Ong a registrarsi presso l’Ufficio Nazionale contro il Crimine Organizzato e il Finanziamento al Terrorismo, il governo ha reso nota una seconda versione della delibera, nella quale si cancellano alcune disposizioni. Ad esempio, l’obbligo di rendere noto il nome dei “mecenati” e delle persone o enti che si beneficiano della loro assistenza. Anche così,  l’iniziativa rappresenta una minaccia per gli attivisti impegnati nella difesa dei Diritti Civili.

La nuova provvidenza mantiene infatti intatto l’obbligo di registrazione e quello di essere in possesso dell’autorizzazione del Governo per svolgere le proprie attività. Ed anche quello di presentare “la lista di enti nazionali o stranieri che finanziano le attività delle Ong”.

Integranti della Ong "Azul positivo" in una attivitá di ´strada
Integranti della Ong “Azul positivo” in una attività pubblica

– Nonostante le modifiche realizzate – afferma alla “Voce“ Rafael Uzcategui, direttore della Ong Provea ( Programa Venezolano de Educación Acción en Derechos Humanos)  -, permangono le violazioni al diritto di libera associazione e riunione. Il provvedimento impone un registro aggiuntivo alle norme già esistenti con lo scopo di promuovere la proibizione di organizzazioni nel paese. È un’autorizzazione da rinnovare periodicamente che si trasforma in un meccanismo di controllo ed esclusione.

L’attivista aggiunge che “si viola il principio d’innocenza”.

– Ci non si iscrive – precisa – sarà sospettato di vincoli con la delinquenza organizzata ed il terrorismo.

Inoltre, si “inasprisce la discrezionalità dei controlli in un contesto di assenza di istituzioni democratiche”

– Ciò – insiste – non è compatibile con gli standard internazionali.

Dal diritto al delitto

L’iniziativa ufficiale, commenta Uzcátegui, è accompagnata da un progetto di legge sulla “Cooperazione Internazionale”, rispolverato dopo 15 anni dal primo tentativo di approvazione. Allora fu contestato non solo dalle Ong ma anche “dal corpo diplomatico presente”, ragion per cui fu messo in cantina.

L’iniziativa legale pretenderebbe di forzare le Ong a consegnare i fondi che ricevono dall’estero allo Stato che li distribuirebbe secondo le proprie priorità.

– Con questa iniziativa – spiega Uzcátegui – le autorità cercano d’indebolire l’efficacia del lavoro che svolgono le Ong, limitando loro le fonti di finanziamento. In genere, gli attacchi dei populismi autoritari contro la società civile mirano alla loro delegittimazione, attraverso campagne di discredito e collocando ostacoli alle loro attività.

Già lo scorso anno, il secondo uomo forte del governo, Diosdado Cabello, ha accusato le Ong di istigare la popolazione e di aiutare la dissidenza.

– Le ONG, nella stragrande maggioranza – ha denunciato il capo “chavista” nel corso programma televisivo “Con el mazo dando” -, sono strumenti de destabilizzazione, di cospirazione ai danni della Patria. Ricevono risorse direttamente dagli Stati Uniti ed altre parti del mondo per cospirare. È il segreto di Pulcinella…

Militares persquisiscono la sede della Ong Convite

Nei suoi rapporti sul paese, l’Alto Commissario per i Diritti Umani dell’Onu, Michelle Bachelet, ha ratificato che l’opposizione politica, i difensori di diritti umani ed i giornalisti sono “con frequenza bersaglio dei discorsi che li etichettano di ‘traditori’ e “agenti destabilizzatori”.

– Applicheremo tutte le sanzioni – ha aggiunto Cabello, riferendosi nello specifico a Provea -, il massimo delle sanzioni possibile a coloro che ricevono finanziamenti dagli Stati Uniti, per cospirare contro la Patria. Non venite poi a piangere e a fare le vittime…

La Ong “Accesso alla Giustizia” considera che entrambi i provvedimenti (provvidenza e Legge) non cercano di prevenire l’uso delle Ong per attività illegali, ma “sono parte di una campagna di persecuzione che da anni si sviluppa contra loro e che si è intensificata dallo scorso anno”.

“Ambedue – commenta “Accesso alla Giustizia – sembrano avere un proposito: penalizzare la ricerca di fondi all’estero per aiutare ad affrontare la grave crisi umanitaria nel paese e per l’osservanza dei diritti numani.

Arresti, sequestri e conti sequestrati

La nuova offensiva contro le Ong si è scatenata dopo i rapporti di Bachelet e di una prima valutazione della Corte Penale Internazionale che certifica l’esistenza di “sufficienti prove per aprire un’indagine per crimini di lesa umanità in Venezuela”.

Secondo un rapporto dell’Organizzazione Mondiale per la Tortura (OMCT), il Comitato delle Famiglie delle Vittime (Cofavic) e la Vicaría di Caracas per i diritti umani , gli “attacchi” contro le Ong sono aumentati del 157% tra il 2019 e il 2020.

Nel 2019, gli attacchi  alle ONG sono stati 84. 216 nel 2020 (ottobre) . Lo rivela la relazione realizzata con l’auspicio dell’Unione Europea (UE) dopo la consultazione  a 100 organizzazioni. In totale i casi registrati dal 2018 sono 338.

La documentazione indica che “l’82% di questi attacchi”, che comprende la “criminalizzazione”, molestie, arresti arbitrari, sequestri di beni, irruzioni in sedi,  hanno per protagonisti “attori statali”.

Rafael Uzcategui, direttore di Provea

Tra i casi più eclatanti vi è il sequestro della sede e l’arresto, lo scorso novembre di 6 volontari delle Ong “Alimenta  la Solidarietà” – che gestisce 2300 mense – e dell’organizzazione  internazionale “Save he Children”. Sono stati accusati di legittimazione di capitale e associazione a delinquere. Inoltre, sono stati sequestrati i loro contro in banca.

Un mese dopo, la polizia ha perquisito la sede della Ong Convite, (che distribuiva aiuti a 4500 persone),  confiscato il computer e i cellulari. La polizia cercava “ armi” ed “evidenze di attività vincolate al terrorismo”.

Nello scorso gennaio, agenti della polizia hanno perquisito la sede della Ong Azul positivo (dedita all’assistenza di malati di Sida), sequestrato documenti e arrestato sei impiegati, scarcerati un mese dopo ed ora in libertà condizionale.

Nel frattempo, Medici senza Frontiera ha annunciato che andrà via da un ospedale di Caracas, dove assisteva  persone con Covid-19, al non aver ottenuto il permesso di lavoro dalle autorità.

Solo a maggio, il Centro per la Pace (Cepaz) ha verificato 43 atti di persecuzione e criminalizzazione ai danni di Ong, giornalisti, fotografi e operatori (23), organizzazioni e dirigente politici e la popolazione più in generale. Comprendono arresti arbitrari, minacce, uso della violenza, blocco di media nel Web, apertura di processi giudiziari, controllo e discriminazione nella distribuzioni di benefici sociali.

– Possiamo affermare che esiste una politica di Stato orientata a limitare sempre di più gli spazi democratici, trattando Ong e difensori di diritti umani come nemici – ha concluso Liliana Ortega la direttrice della Ong Cofavic.

Umani senza diritti 

Con 300 prigionieri politici, compresi dirigenti sindacali e sociali; un esodo di oltre 5 milioni di cittadini, decine di oppositori in esilio o squalificati, partiti sequestrati all’opposizione, repressione delle proteste, blocco ed attacchi sistematici ai media ed un sistema di giustizia in mano al chavismo, i venezolani son rimasti in pratica senza nessun diritto e senza istanza dove reclamare.

“La situazione dei diritti umani nel paese è catastrofica. É la peggiore situazione almeno fin dall’anno 1958, quando è stata rovesciata la precedente dittatura.

Attivisti di "Acción Solidaria" richiedono l'attenzione della comunitá internazionale davanti alla sede della ONU in Caracas.
Attivisti di “Acción Solidaria” chiedono l’attenzione della comunità internazionale davanti la sede dell’ONU a Caracas.

 

Non solo non abbiamo istituzioni che funzionino in maniera democratica, ma un autoritarismo in crescita, con il popolo che soffre una emergenza complessa, aggravata ora dalla pandemia”, valuta Uzcategui.

“Il Covid-19 – aggiunge- è stata per il governo un’opportunità per aumentare il controllo della popolazione ed alzare i livelli di censura, per cui i venezuelani continueranno fuggendo dal paese in cerca di un futuro. Purtroppo in questa situazione l’unico contenimento possibile di fronte all’ autoritarismo è la pressione ed il monitoraggio ravvicinato della comunità internazionale e dei suoi meccanismi di protezione ai diritti umani”.

“Continueremo il nostro lavoro”

Uzcategui considera che dopo aver “neutralizzato” la dirigenza politica nel 2020, con l’opposizione che conta messa al bando dalle elezioni parlamentari, le autorità “intentano inibire al resto degli attori sociali che rendono visibile ciò che accade nel paese, aumentare la nazionalizzazione della vita quotidiana del venezolano e ridurre al massimo le possibilità di un operato indipendente e autonomo della società”.

“D’altra parte, si tratta di una ritorsione contra chi, come noi, abbiamo collaborato nell’attivazione di organismi di protezione di diritti umani in Venezuela, come la Commissione della OIT, il Meccanismo Speciale di seguimento della Commissione Interamericana de Diritti Umani, i rapporti dell’ Alto commissariato e della Missione Indipendente dell’ Onu e finalmente l’esame preliminare della Corte Penale Internazionale”, ritiene.

-Cosa farete se si affermano le nuove norme giuridiche?

“ Crediamo che le autorità venezuelane seguono il modello di Nicaragua dove sono state illegalizzate le Ong , dopo una operazione di  stigma e l’imposizione di norme restrittive. Ciò nonostante, la società nicaraguense continua denunciando i soprusi e questo per noi è un esempio ed una ispirazione. Al di sopra degli ostacoli, abbiamo un impegno con le vittime ed il paese, e continueremo documentando e visibilizando le situazioni lesive alla dignità umana, in ogni modo possibile.

Roberto Romanelli/Redazione Caracas

 

 

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