A Pitti Uomo l’estate 2022: lusso sì, ma sostenibile

Pitti Uomo nel segno della sostenibilità
Pitti Uomo nel segno della sostenibilità.

FIRENZE. – Come vestirà l’uomo in un’estate (forse) post-pandemica? Il diktat è uno: lusso sì, ma sostenibile. Si parla delle tendenze per la primavera-estate 2022 poiché le aziende della moda stanno presentando in questi giorni le nuove collezioni, da Milano a Parigi con ritorno a Firenze, dove Pitti Uomo (prima fiera in Italia a ripartire) aprirà ufficialmente il 30 giugno con un’edizione ridimensionata (395 brand di cui 113 esteri) ma in presenza.

A proposito di lusso consapevole, in fiera nasce la sezione Sustainability at Pitti con progetti come la capsule collection di Katharine Hamnett x Patrick McDowell: stampe con un inchiostro a base d’acqua, cotone certificato e giacche di collezioni precedenti rinnovate, ma soprattutto un messaggio politico: una scritta ‘Help’ a caratteri cubitali su tutti i capi pone l’attenzione sulle difficoltà dell’industria della moda inglese causate dalla Brexit.

C’è poi il designer Andrea Zanola di Patchouli_Studio con la sua maglieria green e il brand Woo, attitudine green made in Salento, firmato da Giulia Petronella. In effetti il tema della sostenibilità era già presente da tempo nel settore, ma la pandemia lo ha reso uno dei principali vettori dell’industria del lusso contemporaneo.

Materiali riciclati, tracciabilità, valori etici, nuove fibre bio o compostabili e colorazioni realizzate con estratti di frutta sono solo alcune delle scelte eco-sostenibli delle collezioni in mostra a Pitti, dall’abbigliamento agli accessori, disegnate e prodotte per la maggior parte in lockdown.

C’è chi pensa a strutturare la collezione solo con materiali recuperati, come il cotone riciclato Re-Cotton di Paul & Shark, e chi punta su modelli realizzati con cotoni organici o riciclati e packaging eco-sostenibili (Roy Roger’s). C’è chi sceglie le fibre bio, come la nuova capsule sostenibile Tombolini Zero Gravity Bio (capi leggerissimi pensati per chi viaggia), e chi recupera materiali inquinanti e li trasforma, come la linea outdoor Canadian Capsule fatta con materiali provenienti dal recupero di bottiglie di plastica.

Anche le tinture sono nel radar del nuovo lusso consapevole: per il denim trionfano i coloranti naturali basati sui minerali, che fanno anche risparmiare immense quantità d’acqua (Closed). Tutto qui? Neanche per sogno: pure la frutta può essere la nuova frontiera per scelte green. Broz & Broz lancia una linea di costumi in nylon con colorazione a base di estratti naturali di fragola, arancia, kiwi, nero di seppia, pera, ace, lime e frutti di bosco.

Senza scordarsi dell’universo marino: alcuni capi sono realizzati con una tecnica basata sul polimero naturale chitosan, estratto dai residui alimentari dell’esoscheletro dei gamberi. Infine gli accessori: Regenesi lancia Re-flag (realizzata con la giornalista Michela Gattermayer) per borse fatte con un tessuto nato dalla rigenerazione di bottiglie di plastica, mentre il brand +Three propone una collezione in collaborazione con Ethical Fashion Initiative di Intracen, il programma di moda etica dell’Onu.

Anche per le calzature le tinture sono vegetali e le finiture lasciate al grezzo (Camper) oppure vengono usati tessuti fatti in casa artigianalmente (Clarks Originals). Il look green si completa con gli occhiali, come quelli di Tbd Eyewear di cellulosa estratta dalle fibre del cotone e del legno, così il bio-acetato è privo di sostanze chimiche tossiche, biodegradabile e riciclabile al 100%. Insomma, sembra che il nuovo lusso sia diventato (davvero) consapevole sulla strada della sostenibilità ambientale.

(di Beatrice Campani/ANSA)

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