Aneddoti olimpici: Charlotte Cooper, la prima donna medaglia d’oro

La Cooper é entrata nella storia per essere diventata la prima donna che vince l’oro alle Olimpiadi.

CARACAS – Lo sport un tempo veniva collegato ai concetti di forza e fatica cose che non si abbinavano alle donne, da sempre legate all’idea di grazia e gentilezza.

Alla fine dell’ottocento i giochi popolari prevedevano molta violenza e spesso si concludevano con scazzottate.  Nell’antica Grecia, dove sono nati i giochi olimpici, esistevano giochi riservati alle donne chiamati “Heraia”, in onore della dea Hera. Si disputavano in un periodo diverso alle Olimpiadi, riservate ai maschi in cui alle donne non era permesso nemmeno assistere alle gare.

Nemmeno ad Atene nel 1896, la prima olimpiade moderna, le donne possono partecipare poiché De Coubertin (padre dei Giochi Olimpici) vuole rispettare la tradizione classica.

Per avere le prime presenze ufficiali delle donne, bisogna aspettare i Giochi di Parigi del 1900. L’11 luglio, Charlotte Cooper é entrata nella storia per essere diventata la prima donna che vince l’oro alle Olimpiadi.

La 28enne britannica durante le sue gare ne sentí di tutti i colori: “zitellona!” e tante altre cose, per il semplice fatto di non essere ancora sposata a quell’età.  La Cooper superó in finale la francese Hélène Prévost con un punteggio 6-1 e 6-4. La britannica aggiunse anche nel suo prestigioso palmares 5 titoli di Wimbledon.

Sarebbe inesatto parlare di ori olimpici, perché all’epoca non si usava ancora premiare i vincitori con le medaglie. La tennista di oltremanica si appese un’altra medaglia al collo a Parigi: l’oro nel doppio insieme alla sua connazionale Reginal Doherty.

Charlotte gioca le sue partite con una lunga gonna bianca, un corpetto con maniche a sbuffo e un paio di scarpine di cuoio senza tacco. Nonostante debba conformarsi ad una divisa di stile vittoriano, rifiuta di indossare guanti e cappello, come le sue avversarie e mostra uno stile tennistico atletico e vincente.

Stando alle cifre del Comitato Olimpico Internazionale, a questa edizione dei giochi parteciparono circa 600 uomini e 22 donne.

Continuò a giocare a tennis a livello agonistico fino ad oltre i cinquant’anni. Suo marito divenne il presidente della Lawn Tennis Association, e la figlia Gwen, anche lei tennista come i genitori, giocò nella squadra britannica nella Wightman Cup. Morì nel 1966, all’età di novantasei anni.

(di Fioravante De Simone / redazione Caracas)