Coronavirus in Italia: oggi 5.057 positivi e 15 morti. Stabili le intensive, su i ricoveri

Sanitari nell'ospedale di Tor Vergata.
Sanitari nell'ospedale di Tor Vergata. ANSA/GIUSEPPE LAMI

ROMA. – Il numero di persone contagiate dal virus è in veloce aumento e spaventa. Nelle ultime 24 ore i positivi ai test sono passati da 4.259 a 5.057, e il tasso di positività è del 2,3%, in sensibile aumento rispetto all’1,8% di ieri, secondo i dati del ministero della Salute.

Le regioni che soffrono di più, secondo i dati della Fondazione Gimbe, sono la Calabria, con il 6% dei posti letto occupati in area medica e il 3% in intensiva; la Campania con il 5 e il 2%; la Sicilia con il 5 e il 3%; la Basilicata con il 5% in area medica e 0% in terapia intensiva; la Sardegna con il 4% e l’1%.

Ma si tratta di percentuali che, almeno per il momento, non portano ad un cambiamento del ‘colore’ delle regioni più colpite perché questo avverrà in un ‘mix’ tra i nuovi parametri emersi oggi dalla cabina di regia a Palazzo Chigi che lasciano a 50 per 100mila abitanti l’incidenza per passare dalla zona bianca alla zona gialla e fissano per l’ingresso in zona gialla la soglia al 10% per le terapie intensive e al 15% per le ospedalizzazioni.

Secondo la fotografia dell’andamento epidemiologico di Gimbe la settimana 14-20 luglio, rispetto alla precedente, mostra un incremento del 115,7% di nuove infezioni, cioè 19.390 rispetto a 8.989. Questa impennata di nuovi casi va di pari passo a un’inversione di tendenza sul fronte ospedaliero”: I ricoveri con sintomi sono stati 1.194 rispetto a 1.128, pari a +5,9, e le terapie intensive 165 rispetto a 157, pari a +5,1%.

Crescono dopo mesi di decremento i casi positivi (49.310 rispetto a 40.649) mentre sono ancora in calo i decessi (76 rispetto a 104, pari a -26,9%). Inoltre, stando ai numeri forniti oggi dal Ministero della Salute, in Italia restano 158 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per Covid, nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 12 (ieri 9). I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 1.234, 38 in più rispetto a ieri.

I tamponi molecolari e antigenici sono 219.778, un giorno fa erano stati 235.097. Da Bruxelles intanto l’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) pubblica le mappe aggiornate sull’incidenza del contagio da Covid, con i numeri di casi per abitante e inserisce Lazio, Veneto, Sicilia e Sardegna in giallo.

Tra gli scienziati c’è chi avverte, come nel caso dell’epidemiologa Stefania Salmaso: “Se raddoppiano i casi, dopo 4 o 8 settimane vediamo anche il raddoppio dei ricoveri. Ma a quel punto è troppo tardi per intervenire, perché ci sono già troppi infettati in giro”. E c’è chi invece dà una lettura più incoraggiante, spiegando che la situazione epidemiologica è completamente cambiata rispetto a pochi mesi fa, perché il 52% degli italiani è già vaccinato.

“Ma i numeri vanno letti tenendo conto di tutti gli indicatori a disposizione, sottolinea Roberto Cauda, direttore dell’Unità di Malattie infettive del Policlinico Gemelli-Irccs di Roma: “È vero, secondo i vecchi parametri, alcune regioni che registrano un numero crescente di contagi rischiano di abbandonare la zona bianca – dice – ma la realtà è che l’attuale situazione epidemiologica è cambiata, quindi i parametri per stabilire il sistema dei colori non può essere lo stesso usato nel 2020. Per esempio nel caso del Lazio, corrisponde a verità che ha avuto un aumento repentino di casi, ma è tuttavia una regione con un numero consistente di vaccinati. Quindi qualsiasi decisione dovrà tenere conto di questo fattore””.

Non solo: “Certamente – aggiunge – c’è un alto numero di contagiati, specie tra i giovani, ma quello che emerge in particolare è che crescono le persone in isolamento domiciliare. Ossia, anche i giovani rischiano di finire in ospedale ma in misura enormemente minore rispetto agli over 60.

(di Silvana Logozzo/ANSA)