Scuola e Covid: resta rischio Dad, confronto su obbligo vaccinale docenti

Studenti in un aula ricavata dalla chiesa dell'Istituto ''La Salle Aventino Pio IX''.
Studenti in un aula ricavata dalla chiesa dell'Istituto ''La Salle Aventino Pio IX''. ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – Inizio dell’anno in presenza, rischio didattica a distanza e partita sulla vaccinazione del corpo docente ancora tutta aperta. Restano questi i temi di discussione per il comparto scuola. L’obiettivo, per espressa volontà del Commissario Figliuolo, è di avere entro la prima decade di settembre il 60% dei ragazzi vaccinati per poter tornare in presenza, o con pochissime limitazioni.

Si punta a “superare l’85% odierno di personale scolastico vaccinato e soprattutto ad incidere in quelle regioni che non ci consentono di stare tranquilli”. Un road map che avrà uno snodo importante il 20 agosto quando alla struttura commissariale verrà consegnato una generica “quantificazione” delle mancate adesioni a fini statistici, nel rispetto della privacy e delle scelte personali.

Per il governo, come detto dal premier Draghi, la scuola è una priorità “assoluta” e già la prossima settimana il tema potrebbe essere all’ordine del giorno del Cdm. Il ministro Bianchi afferma che “tutto il governo sta lavorando per riaprire a settembre in presenza”. Sia il suo ministero che quello dei Trasporti che degli Affari regionali, ha detto Bianchi, hanno una “convinzione totale” riguardo a questo obiettivo. Un target che deve necessariamente conto della campagna vaccinale tra i docenti.

Sull’ipotesi del rendere obbligatoria la somministrazione del siero ai prof, ventilata anche dal sottosegretario Costa, il ministro annuncia che se ne parlerà “la settimana prossima. Il presidente è stato molto chiaro”. Sull’ipotesi si dice contraria la ministra per le Politiche Giovanili, Dadone. “Credo sia più importante spingere le persone a vaccinarsi con delle campagne forti, con iniziative di sensibilizzazione forte. L’obbligatorietà non credo sia la soluzione risolutiva”, ha spiegato.

L’avvio dell’anno scolastico, resta, quindi una sfida per il Governo. Per il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, in vista di settembre bisognerà capire “quanti italiani saranno vaccinati in quel momento. I contagi non avvengono a scuola, ma sui mezzi pubblici: è difficile ricominciare in presenza a settembre, sarà un processo graduale”.

Dal canto loro i presidi, che martedì incontreranno il ministro della Salute Speranza, vedono come “inevitabile” la Dad se non sarà possibile “assicurare il distanziamento per le note carenze di spazi e di personale”. Il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso ricorda che “questo governo ha stanziato centinaia di milioni di euro per la messa in sicurezza, impianti da reazione, sistemi di ventilazione meccanica, e per dare agli enti locali la possibilità di avere nuovi ambienti”.

Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca si dice pronto addirittura a ritardare l’apertura dell’anno scolastico se non verrà raggiunta l’immunità di gregge del 70%. Il rinvio servirebbe “a non avere classi – ha aggiunto De Luca – in cui magari abbiamo la metà degli studenti in presenza e la metà in Dad. Sarebbe un disastro e va evitato in maniera assoluta”.

In Piemonte, intanto, da lunedì i ragazzi in età scolare, fascia di età 12-19 anni, potranno essere vaccinati presentandosi in qualunque hub vaccinale senza prenotazione.

(di Marco Maffettone/ANSA)